di Maurizio Liverani
Prendiamo il toro per le corna. Sarà opportuno, nella giornata del 1 Maggio, giornata dei lavoratori, riconoscere che in questi anni abbiamo assistito alla graduale, implacabile, cinica irrisione di quelli che erano stati definiti i diritti della classe dei lavoratori. Con la rivoluzione russa di Ottobre non è morto alcun sfruttamento. La rivoluzione, in un primo tempo, aveva portato al governo Kerenskij che poteva inaugurare nel regime degli zar, la tanto agognata socialdemocrazia. I soviet di Lenin e di Stalin e il grande capitale mondiale non gradivano questa soluzione. D’altra parte le masse sfruttate, istigate da personaggi fedeli al marxismo, esigevano che in Russia si instaurasse un regime dittatoriale con la eliminazione, anche fisica, di ogni retaggio zarista. Il grande magnate dell’acciaio tedesco Alfred Krupp aiutò Lenin, che era espatriato in Europa, a rientrare, con un vagone blindato, in Russia per eccitare le masse oppresse dallo zarismo e a travolgere anche la socialdemocrazia di Kerenskij. Il fine era di instaurare una dittatura, una sorta di capitalismo di Stato che, grazie alla guerra, si sarebbe trasformato in semplice capitalismo alla maniera degli States. Questo va detto perché sia chiaro che il marxismo non ha agito nell’interesse degli operai, ma esclusivamente per porre le basi del capitalismo che domina il mondo. In un primo momento, nonostante lo stalinismo, che aveva invaso la Polonia, si ventilò un accordo tra Stalin e Hitler. E’ famosa la stretta di mano tra Molotov, il ministro degli esteri di Stalin, e Von Ribbentrop, il ministro degli esteri di Hitler. Primo e significativo saggio di collaborazione tra fascismo e comunismo. I grandi miliardari americani arricchirono le casse del Cremlino e quando Hitler, sconfitto sul fronte occidentale, propose a Churchill di fare una pace separata con l’Inghilterra e gli Stati Uniti, Churchill oppose un rifiuto netto. Le fabbriche d’armi lavoravano a tutto spiano e intanto morivano centinaia di migliaia di americani sbarcati sulle coste della Normandia. Nel frattempo, quasi ogni giorno, navi da trasporto di armi, chiamate Liberty, venivano affondate dai famosi sommergibili tedeschi. La guerra prese un corso diverso quando fu annullata la minaccia di questi sommergibili. Riassumiamo questi fatti, noti agli storici, per sottolineare, ancora una volta, la falsità dei governi che scatenarono questo finimondo a tutto vantaggio delle fabbriche delle armi, infischiandosene cinicamente della sorte della classe operaia che dall’una e dall’altra parte veniva indotta a morire, obbedendo a ideali da circo come patria e libertà. Il 1 Maggio dovrebbe ricordare sopratutto il lutto che si introdusse in milioni di famiglie che offrirono i loro figli a questa carneficina che ha portato al social-fascismo. Viva il 1 Maggio, giornata di lutto.
Maurizio Liverani