E’ QUI LA RISCOSSA?

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

E’ QUI LA RISCOSSA?

Il ragionamento di tutti gli “indigesti pastoni” della grande stampa è semplice: “l’uomo” deve per forza arrivare perché troppo desiderato. Torreggia, nonostante sia all’opposizione, Matteo Salvini con motivazioni inconfutabili. Con rapidità e acume Giorgia Meloni, come uno sparviero, si è avventata sulla pattuglia del teatrino parlamentare. E’ entrata nell’area liberale e ha acceso le speranze di chi da tempo è deluso dal silenzio dei veri democratici. Mentre con piccole strizzatine d’occhio, con reticenze ambigue, personaggi entrati in una zona d’ombra fanno intendere di avere lumi speciali per ridare luce alla stanza spenta del governo. C’è chi si atteggia a genio che si dibatte nella lampada come il diavolo nell’acquasantiera; sente la presenza sotterranea del Vaticano e ha tutta l’aria di entrare nel paradiso. Gli interventi di questi politici tradiscono la sicumera di un garbato trombone; non hanno un pensiero che osi discostarsi dai canoni politici più stagionati. “Vedo tra noi qualche sbandamento sui valori fondanti”. Conoscete niente di più insipido? Da anni hanno affondato economia, valori e istituzioni. Tra questi spicca il “ruminativo”; il vero politico “fattuale” non direbbe mai, in un momento di dissesto nazionale: “non ho mai sentito alcuno negare il valore strategico del partito democratico e la sua rilevanza come soggetto politico”. Insipide banalità con le quali sopravanzerebbe persino Romano Prodi in sprovvedutezza. “Als ob”, in italiano “Come se”, è la formula che Marx ha lasciato ai suoi seguaci: fingete di essere più democratici possibile “come se” la libertà fosse il solo vostro ideale. Dopo la caduta del comunismo Marx è “come se” non si portasse più. Abituati a infarcire di citazioni marxiste i loro discorsi, gli uomini di sinistra si trovano a mal partito. Per ora, su molti italiani esercitano un fascino raccapricciante; appartengono al ceppo dei guidati, l’opposto di colui che guida. Nonostante gli errori, la maggioranza degli italiani si aggrappa al nuovo.

MAURIZIO LIVERANI