AL PEGGIO NON C’E’ MAI FINE, SE NE E’ ACCORTA ANCHE L’EUROPA
Dopo aver sbeffeggiato in tutti i modi Berlusconi, con la partecipazione attiva degli stessi “europarlamentari” italiani (tutti ricordiamo con vergogna l’esibizione dileggiatoria dell’allora premier italiano, e quindi dell’Italia stessa, da parte di Roberto Benigni, con le crasse ed oscene risate in primo piano di quei bei tomi che foraggiamo con 20.000 euro al mese), l’Europa si è finalmente accorta di essere passata, quanto ai nostro governanti, dalla padella nella brace.
I sorrisini di circostanza, reciprocamente ostentanti con Renzi fin dalla sua salita allo scranno, non bastano più a trattenere la stizza progressivamente lievitata nei confronti del premier ineletto.
Ora siamo alla resa dei conti, Juncker -dopo i finti scambi di sbaciucchiamenti e gogo- non è che il tedoforo terminale della lunga marcia di sopportazione.
I dirigenti europei sbottano, non ce la fanno più a recitare la parte.
Se fino ad oggi la voglia di uscire dall’Europa rappresentava una velleità, oggi si avvia ad essere una impellente necessità, almeno per evitare, oltre al danno, i quattro schiaffi che si riservano ai discoli.
Giacomo Carioti