BUFFONERIA CONTINUA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

BUFFONERIA CONTINUA

“Poche idee, ma confuse”. E’ di Mino Maccari. Si è arricchita di un seguito: “Non ho idee, ma soltanto convulsioni”. Aggiungeva: “Il guaio è che lo Stato pensa continuamente a te”.

Beppe Grillo ha una tiroide da capolega. Capisce in tempo quando la sua creatura è in difficoltà. Questo è il momento più minaccioso e, si sospetta, abbia chiamato in soccorso l’America latina. Torna in uso la vecchia formula; si tiene in ebollizione il preparato ideologico sudamericano come aiuto e sostegno. Sembra un gioco facile ma ha già creato un gran trambusto nei casaleggiesi.

I nostri governanti sembrano non in grado di capire e di spiegare; prendono decisioni senza accorgersi che la casa brucia, ma sono sempre schierati su posizioni progressiste.

Come si fa a dire di no a chi ti assegna un ministero in cambio di una sudditanza? A chi ti fa pubblicare, senza soffrire, un libro, un saggio da un editore che ne ingigantisce il valore? Chi si rifiuta al gioco delle conventicole e delle camarille non si integra. Chi non si integra o diventa un apocalittico o sprofonda nel cinismo.

Con il Coronavirus la festa del cinema non c’è più. Non c’è più la carica di aggressività e di intrepida ricerca. Il fallimento professionale dei soliti noti ha reso esitanti anche quei produttori che ricorrono nei titoli di testa, appaltatori di denaro pubblico.

I comici temono di essere piantati in asso. Nascondono un innato senso di colpa dietro una esitante spregiudicatezza ideologica. Temono una possibile stangata, spadellata dal Covid19.

Il cinema italiano, stretto nella morsa della crisi, alla domanda di Saul Bellow: “C’è speranza nel sesso?”, un tempo rispondeva “sì”, oggi risponde con un secco “no”. Ecco spiegato perché c’è sempre più gente cinematografica alla ricerca di provvidenze per invalidità, vecchiaia e diritto alla pensione.
 
MAURIZIO LIVERANI