IDEE SEPOLTE

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

IDEE SEPOLTE

L’inarrestabile flusso di frasi fatte, di schemi fissi e di luoghi comuni ha finalmente prodotto l’ampio calo delle iscrizioni ai partiti che, su larga scala, in questi anni hanno praticato la truffa delle idee.

In un soprassalto di “decenza” Matteo Renzi si è lasciato sfuggire la fatidica frase: “Di questo Pd ne ho le scatole piene”. Nel suo ex partito lo guardano come un autore che si lanci nel puro “non senso”. E’ questa l’occasione per essere iscritto tra i “grandi”. Stendhal diceva che in Italia un “miracolo” invecchia presto.

Invocando l’insurrezione, Grillo, grazie alla sua prolissa capigliatura, somiglia a un gallo puntiglioso con un’ambizione nanerottola alla “guerriglia democratica”. E’ormai, agli occhi di tutti, un leader bruciacchiato.

Per certi aspetti, i comunisti, nella versione castrista, appartengono ancora all’epoca delle “purghe”; a quella che vedeva in Cuba il paradiso in terra.

La semplicità di papa Francesco corre il rischio di diventare “puerilità” come nel film “Francesco” di Roberto Rossellini. Sentenza di Victor Hugo: “E’ l’inferno dei popoli che fa il paradiso dei ricchi”. Il papa si è rifatto a questa formula per assegnarsi il ruolo di ingegnere delle anime in un mare di luoghi comuni. Il vicario di Cristo, per la Chiesa, equivale al “soave zefiretto” di Mozart.

Emil Cioran riconoscerebbe a Giulio Andreotti di essersi attenuto alla “regola d’oro” di aver lasciato di sé un’immagine incompleta. E proprio questa incompletezza ha provocato intorno al “Divo” un commisto di ammirazione e di spavento. Per la stessa ragione ad Andreotti è stato affibbiato l’appellativo di “Belzebù”, lo stesso che accompagnava Palmiro Togliatti.
 
MAURIZIO LIVERANI