ACHILLE OCCHETTO,  UN LEADER RIMPIANTO

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

ACHILLE OCCHETTO,  UN LEADER RIMPIANTO

Nel bellissimo documentario dal titolo: “La dannazione della Sinistra – Cronache di una scissione” di Ezio Mauro, già direttore di “Repubblica”, abbiamo rivisto Achille Occhetto che alla Bolognina cercò di ritrovare i fondamenti della sua “giocosa macchina da guerra”, ricca di energia morale, a dispetto dei suoi compagni che come democratici hanno qualche cosa di adulterato, di ingannevole. Come bolscevichi garbati dopo la caduta di Berlino al termine della guerra, non hanno più un’ideologia ma soltanto sete di potere, preoccupati, soprattutto, che dalle loro fila non esca un Bonaparte. Achille Occhetto non perdona loro di avergli amareggiato la svolta della Bolognina. Paragona questi suoi eredi, per il loro modo di plasmarsi e di intridersi di mille condimenti, a bistecche alla tartara; come una polpettina tritata si adeguano a tutti i gusti. Lo considerano un leader invecchiato solo perché non li ha seguiti nei troppi spostamenti, nelle tante grossolane sortite, preludio a capovolgimenti che non si sono mai avverati. Il documentario dimostra che la contrapposizione tra comunisti e socialisti sfociò nella nascita del fascismo. Come il cardinale Retz, Occhetto dice a Mauro che la divisione dei due partiti doveva porre gli eredi nella condizione migliore per dimostrare saggezza. L’autore della storica svolta vede ancora un avvenire radioso in una rinascita di una sinistra realmente alternativa. Non bastano i vecchi trucchi per persuadere gli italiani di sinistra di avere un partito di sinistra. i funambolici successori di Occhetto fanno rimpiangere il leader di un tempo che sognava uno scenario dal quale fossero bandite tutte le ambiguità. Occhetto si era messo sulla strada di Wille Brandt sostenendo che bisognava porre fine al rivoluzionarismo di piazza. Il “modern style” si imparentava, nei suoi progetti, al laburismo britannico; dopo la Bolognina poteva nascere un’unità della sinistra fosforescente, pregna di futuro. Chi gli è succeduto ha soltanto cercato una “union sacrée” con i democristiani. I piazzaioli, al contrario, hanno rinnovato il credito all’ideologia della sopraffazione. Dopo Achille Occhetto, solo dilettanti.
 
 MAURIZIO LIVERANI