Tutti sono impegnati a recitare la parte di chi ha un fulgido destino.
Lo scandalo, o scandaletto, dimostra che è facile giostrare con le lame del moralismo tradizionale, ma anche più facile scoprire, grazie alla delazione, personaggi screditati. Il venir meno della morale codificata è sempre stata la malattia della politica.
Va ricordato che l’Italia non è mai stata una nazione compatta; non si è mai saldata nel corso del tempo. E’ questo il destino ingrato del Paese.
Un leader sconfitto non resta mai né perplesso né disorientato; l’autocritica è una fanfaluca fastidiosa come il bacillo virgola.
Della politica è stato detto sino a oggi tutto il bene e tutto il male possibile. E’ un mondo che non sembra popolato di persone ma di emblemi e i rapporti tra questi differenti emblemi sono tessuti di un odio e di un rancore che escludono ogni efficace azione solidale.
I Beni li possiamo vedere tutti, si trovano nelle chiese, nelle pinacoteche, negli anfratti dei piccoli centri dove si trovano splendori architettonici, nel paesaggio; ne è piena l’Italia. Il problema è che si assiste, da anni, a una eclisse culturale che non si può cancellare con una semplice esortazione come fanno i ministri.
C’è ancora tempo per rinsavire non soltanto in nome della democrazia ma, soprattutto, in nome dell’intelligenza.
MAURIZIO LIVERANI