AL VOTO, CONTRO OGNI GIOCO SPORCO

di Maurizio Liverani

Agli italiani, in questo referendum, il “sì” è indispensabile per ragioni di sopravvivenza. La “caduta” del Paese verso il basso senza questo “sì” continuerà con maggior slancio. I giovani talenti ne sono a tal punto consapevoli che portano le loro conoscenze e la loro preparazione all’estero. Il “sì” li incoraggerebbe a riflettere e a riacquistare fiducia. L’atto più satanico che esista è la rinuncia agli amori sani che si traducono in matrimoni per costruire una famiglia e avere figli. Si va affermando, sull’onda del nichilismo invadente, quella che – lo ripetiamo per l’ennesima volta – Emil Cioran chiama “l’inconveniente di essere nati”. Tutte le disgrazie che si abbattono sull’Italia chiamano in causa la Creazione; perché moltiplicare le sofferenze? In un anno la natalità ha toccato un livello bassissimo; sembra che nell’animo di noi tutti covi l’idea di un suicidio collettivo. Un “sì” ci aiuterebbe a resistere. In settant’anni una classe politica, insediatasi nei centri di potere con la tecnica della raccomandazione, tiene compagnia, con finti entusiasmi, un popolo che, dopo la Resistenza, si illudeva di conoscere una temperie migliore. Ecco perché il “sì” è indispensabile; per sconfiggere gli stratagemmi di chi occupa le poltrone del potere grazie al ricatto  dello “scheletro nell’armadio”. Con lauti compensi, i signorotti di Montecitorio esercitano un’egemonia senza la quale sarebbero ridotti al rango di scaccini, i volenterosi che fanno le pulizie nelle chiese. Con questa che viene chiamata la seconda repubblica, l’italiano si è ormai persuaso che aveva ragione Paul Valéri quando definisce la politica “arte di impedire agli uomini di occuparsi di quanto li riguarda; in seguito è diventata arte di costringere gli uomini a prendere decisioni su quanto non capiscono”. Chi vuole che questo sia il procedere della democrazia voterà certamente “no”. Quelli che per tanti anni si sono persuasi del gioco “sporco” condotto da questi politici d’accatto, sono in grado oggi di trasformare il loro penoso consenso con un “sì”, quello di chi sfugge alle facili definizioni e non si lascia sottomettere dagli schemi. Il discredito che ha colpito la classe politica potrebbe tradursi, tra non molto, nel risorgere di totalitarismi. Nella storia certi fenomeni si ripetono; per sottrarsi a questa dittatura finanziaria non c’è che il “sì” che mette in stato di accusa il sovvenzionamento illecito, una cifra immensa. L’italiano, abituato al rigetto, oggi ne è disgustato.

Maurizio Liverani