I disastri di questo secolo, in Italia, sono prodotti da cattivi governanti animati dalla ādea cagnaā del successo. In tutte le epoche confuse, un salvatore riesce a placare gli animi di chi ĆØ esulcerato dalla crisi. Non basta una religione inelegante per attenuare i mali di un mondo ormai roso da troppe termiti. Politici, banchieri, burocrati; tutte figure ādiscutibiliā che hanno reso scialbo il ābel Paeseā che vibra di cattiveria, di furore, di isteria, coagulati nelle varie televisioni. La storia dāItalia ha seguito i soliti sentieri di talpa, i giri e rigiri, tutti i mutamenti di rotta, le frenate, le accelerazioni con cui a volte ci si illude dellāegemonia di un grande partito.
Ricordare ancora una guerra civile finita nella farsa dello sconcio āinciucioā ci conferma che viviamo in un universo in cui imperano sterilitĆ e logomachia televisiva.
Lāalt alla disintegrazione non ĆØ venuto con la bandiera rossa, anche questo vessillo si ĆØ incorporato.
Si esaltano i vecchi valori in un clima rissoso, cercando, di volta in volta, un nuovo nemico che si ponga da scoglio al corso della storia.
Mai nella storia remota e recente i āprogressistiā hanno dato un saggio di ambiguitĆ delle dimensioni di quello incarnato dallāapprovazione delle finanziarie.
Persino le ācoscienze moraliā appaiono, oggi, pappe molli, non piĆ¹ sincronizzate con un grande destino.
Lāattuale cristianesimo ĆØ spoglio del trascendente a vantaggio dellāimmanente.
MAURIZIO LIVERANI
(Aforismi dai libri āSORDI RACCONTA ALBERTOā, āIL REGISTA RISCHIA IL POSTOā, āAFORISMI SOSPETTIā e āLASSUā SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLESā di Maurizio Liverani)