ANNO NUOVO, NUOVA DIRETTIVA NELL’INDUSTRIA DEL RISPARMIO

di Barbara Soffici

Il 2017 si è concluso con i consueti bilanci sull’operato del governo e la presentazione degli obiettivi per l’anno in corso, con chiara esclusione dei “temi caldi”. L’asciutto appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inteso soprattutto ribadire l’importanza  della partecipazione al voto per scrivere la “pagina bianca” del futuro e della democrazia. Di fatto il 2018 si è aperto con le notizie della radicale modificazione – semplificazione delle cartelle esattoriali e della rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione. Ma la vera novità è sul versante “risparmio”.  Il 3 gennaio segna infatti l’entrata in vigore della direttiva Ue MIFID2 che dovrebbe regolare i mercati finanziari e i rapporti tra intermediari e clienti, rendendo più trasparenti i costi degli investimenti dei risparmiatori.  Con la prima versione del “Markets in Financial Instruments Directive” (2007) i promotori finanziari erano stati trasformati da “venditori” a consulenti; ora, con la nuova versione della direttiva, il servizio di consulenza sarà adottato ai principi di adeguatezza e appropriatezza, con l’obbligo di comunicazione al cliente dei rischi e di tutte le componenti di prezzo (ricerca, gestione, distribuzione, negoziazione) che rientrano nel totale delle commissioni pagate. Il cliente potrà quindi valutare le politiche di remunerazione, la qualità del servizio di consulenza, le migliori offerte del mercato. All’aumento dei costi di amministrazione dovrebbe corrispondere un minor costo al cliente. Il sistema dovrebbe così assicurare una maggiore competizione (in termini di performance e di commissioni, con un abbassamento dei margini di profitto) e ridare fiducia al sistema bancario, afflitto negli ultimi anni da una pesante crisi d’immagine (dovuta ai crack, ai prezzi alti e alla poca trasparenza). La  nuova direttiva tende a spingere “l’industria del risparmio” verso nuove frontiere. Il mercato finanziario, fino ad ora, è transitato per il 90% attraverso gli sportelli bancari, in futuro potrebbe essere gestito quasi esclusivamente dai consulenti. Non a caso la legge di Stabilità dello scorso anno ha introdotto i Piani Individuali di Risparmio, la cui area di applicazione è stata estesa, con il decreto fiscale di dicembre, anche al settore immobiliare. Per quanto riguarda i dividendi, la legge di Bilancio approvata prima di Natale ha unificato la tassazione al 26 % sia per le partecipazioni qualificate, sia per quelle che non lo sono. Viene naturale chiedersi se la profilatura del cliente e il cosiddetto “Kid” (il documento che spiega agli investitori cosa siano gli “strumenti finanziari complessi” e i loro rischi) bastino a tutelare i risparmi degli investitori; che spesso non sono in grado di valutare un documento che riporta “gli scenari di mercato, il costo totale  e dettagliato e l’incidenza del costo sul rendimento”. La maggior parte dei risparmiatori si fermerà a valutare solo la scala, da uno a sette, del livello di rischio, senza comprendere le dinamiche del mercato; per il resto dovrà affidarsi, come è stato finora, all’intermediario-consulente; il quale dovrà instaurare con il cliente un rapporto di fiducia scevro da ogni conflitto di interesse, libero da qualsiasi politica di prodotto…

Barbara Soffici