- di MAURIZIO LIVERANI
- AUTOCRITICA DI MASSA
- Una giornata di riflessione ci ha offerto la palpabile conferma di quanto gli italiani siano amareggiati, da troppo tempo, dalla incapacità di affrontare la crisi economica. Invece di prendere, seriamente, coscienza delle loro colpe, illudendosi di essere stati per tanti anni estranei ai guai del Paese, si rendono consapevoli ormai della verità di questa massima: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”. E’ nel carattere di questo popolo di inscenare, quando è sull’orlo della rovina, accuse al posto delle autocritiche. Una classe politica predisposta all’avversione contro la corretta amministrazione e al buon governo si è sempre comportata in un modo relativamente indecente. Nell’aula sorda e grigia di Montecitorio regna, da anni, la pesantezza, la prolissità, il pedantismo, al posto della ricerca di formule nuove, inedite, magari mutuate da altre nazioni, per predisporre soluzioni, insegnamenti che diano segnali di ripresa. Il problema è tutto qui. Gli italiani non hanno stima di se stessi e come possono averla con gli attuali politici che sanno dare solo saggi di incompetenza e di approssimazione? Con un soprassalto di coraggio potremmo imboccare, finalmente, la strada della speranza e uscire dal “marciume”. I politici confidano in una rinascita; da ogni parte arrivano sollecitazioni a guardare con fiducia al futuro; un ottimismo di facciata per sopportare i tormenti provocati dalla crisi economica e dalla crisi esistenziale.
MAURIZIO LIVERANI