FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
AVANTI, C’E’ POSTO
Il bisogno dell’affermazione personale attanaglia tutti i leader pigmei che sembra stiano elaborando un’ideologia nuova che impapocchi insieme socialismo proudhoniano, gramscismo e accuratezza della capigliatura. I derisori e gli sbeffeggiatori lodano questi pretendenti per qualità assurde che sanno apertamente di presa in giro: “è un gotico”, “ha l’istinto dell’integrità”, “si distingue per compostezza interiore”. Giudizi che fanno uno strano effetto. Stanco di tante effusioni di odio, qualcuno si è deciso ad appartarsi, concedendosi al pettegolezzo, alla crapula delicata della voluttuosa maldicenza.
Con qualche ragione c’è chi vede nelle “larghe intese” la possibilità per Silvio Berlusconi di correre, prossimamente, per il Quirinale senza ricorrere all’intrigo lento e complicato. Silvio ha scoperto il piacere di ritenersi estremamente in gamba; se qualcuno glielo chiedesse, “il sacrificio di andare sul Colle” certamente lo farebbe. Da qualche tempo, per essere ascritti tra i “grandi” non bisogna uscire dalle catacombe della Resistenza. Con Berlusconi avremmo un presidente della Repubblica meno invaghito di sé e più sardonico.
Walter Veltroni è stato il più abile a sapersi battere. E’ diventato opinionista del “Corriere della Sera” dimostrando che va bene per la politica e per l’istruzione, in attesa di collocarsi in un ruolo di grande prestigio come un autentico cavallo di razza. Oggi è impegnato ad affermare una decisa personalità con un spiritualità inquieta; è giunta per lui l’ora di entrare nelle alte sfere.
In questo periodo storico, Enrico Letta si comporta come un cardinale che può vincere diversi conclavi; ha i caratteri di uno “spirito magno”. E’ impegnato a riportare i democristiani nelle prime fila. E’ sempre stato una “gran damazza” della politica, quindi non deve fare nessun percorso ideologico per essere considerato un politico rappresentativo.
MAURIZIO LIVERANI