FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
BASTA NOIA… ALLEGRIA, ALLEGRIA
L’italiano si è ormai convinto che ha ragione Paul Valéry quando definisce la politica in questo modo: “Ha cominciato come arte di impedire agli uomini di occuparsi di quanto li riguarda; in seguito è divenuta arte di costringere gli uomini a prendere decisioni su quanto non capiscono”. In questa fase dedicata alle probabili elezioni, quasi nessuno degli uomini pubblici parla di problemi concreti. Chi vota a sinistra lo fa per illudersi di essere proiettato verso un futuro radioso; chi vota a destra è sospettato di essere senza cervello, sottintendendo che non ha competenze politiche. Poi c’è chi vota a casaccio, ormai convinto come la politica sia la sola professione che non richieda alcuna preparazione. Dagli uomini politici non abbiamo mai sentito illustrare un progetto; utilizzano il video esclusivamente per insultarsi. Molti di quelli che spuntano sul piccolo schermo danno l’impressione di essere degli stolidi oracoli. Essere sovranista è un merito o una colpa? Per essere chiari leggiamo quanto scritto dall’enciclopedia Larousse: “Il sovranismo è una dottrina politica che sostiene la preservazione o la ri-acquisizione della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in contrapposizione alle istanze e alle politiche delle organizzazioni internazionali e sovranazionali”. E’, insomma, la definizione di chi non si lascia sottomettere dagli schemi. L’inflazione è in ripresa o no? C’è chi dice di sì, c’è chi dice di no. Quelli che studiano i problemi economici, come Mario Draghi, sono applauditi all’estero per le loro spiegazioni che in Italia sono relegate nei giornali specialistici. Il politico da video sembra un tale che abbia la testa piena di grandi idee, troppo grandi per essere svelate. L’incomprensibilità fa dire che tutto sia politica; il cittadino ha finalmente capito che tutto è politica nel senso che tutto è potere, poltrone e sottogoverno, oltre che governo. Gli italiani vedono questi parlamentari come degli usurpatori, gente che ha perduto persino la capacità di mentire, tanto si decifra subito la loro ambiguità. Si pensa sempre al voto. La crisi, questa volta, ha messo in chiaro che non basta fare progetti e illustrarli superficialmente; occorre che non siano basati sulla sabbia. Fa notizia, anzi, scalpore che trecentocinquanta eletti dovrebbero lasciare il posto. Questo è un grosso ostacolo per chi vuole subito le elezioni. Il Transatlantico è ancora fermo al mercanteggiamento delle poltrone. Il traffico politico è, in questi giorni, caotico quanto quello stradale. E’ questo credere di essere e non essere il segno manifesto della ingenuità che sta approdando alla frontiera dell’imbecillità. Se è vero che la democrazia è malinconia, come disse Mino Martinazzoli citando un libricino uscito in Francia, non resta che renderla un po’ più allegra.
MAURIZIO LIVERANI