BIANCHERIA SPORCA

di MAURIZIO LIVERANI

Da un ex possono venire sempre delle sorprese: ad esempio, che, vista la gran farsa politica italiana, si possano scombinare i piani della destra e della sinistra e fare dei due avversari una coalizione. I chierici devoti alla religione staliniana sono perplessi perché sanno che Matteo Renzi è dotato di humour. E’ la grande risata che impensierisce seriamente; tra tutte le rivolte, quella dello spirito è la più micidiale. Antonello Trombadori era un grande amico di Ennio Flaiano; lo considerava alla stregua di un compagno dal carattere dispettoso pur sapendo che l’ispiratore de “La dolce vita” ripetesse spesso: “Non ho letto Carl Marx, ma sono amico di Antonello Trombadori”. Gli antirenziani rappresentano gli oppositori moderni, nonostante gli sforzi di apparire tolleranti e comprensivi. Sono torturatori dei dogmatici, capaci di esulcerare gli animi. Con loro si muore di noia per quell’insistere nella distensione destra-sinistra, fino a qualche tempo fa, pittoresca; oggi non ha più un buon odore. La sinistra della sinistra è un glomerulo putrescente privo di grandi personalità. Tutti dicono di essere usciti dall’immenso lager stalinista, ma fanno capire che potrebbero tornarvi, portandovi il buon umore. Comunque vadano le cose, la sinistra potrebbe scegliere una nuova sistemazione nei ruoli della celebrità. C’è chi, con aria un po’ frivola, ammette che le cose sono andate male nel comunismo mondiale, non solo quello italiano. Se avesse avuto gran sete di verità avrebbe scoperto l’inganno del comunismo in libri famosi come “La fattoria degli animali” e “1984”, libri che ancor oggi si leggono, mentre di Stalin si ricordano soltanto le bischerate. Un comunista illustre ha scelto un singolare modo di “soffrire” per le proprie idee; da ministro dei Beni culturali rilasciò una dichiarazione scandalo: “Se avessi saputo non sarei mai diventato comunista”. Privandosi della memoria – non sapevo – vuol dire che era ancora in fasce nel ’56 quando Mosca invase l’Ungheria, ma non nel ’69 quando l’Urss straripò con i suoi tanks in Cecoslovacchia. Siamo costretti a concludere che si è trovato in un ingranaggio di cui non conosceva le origini. Una mistificazione paragonabile a quella di chi nega l’esistenza dei lager nazisti. Possibile che non abbia mai letto “La mise a mort” di Louis Aragon (comunista nel ’27)? Un romanzo autobiografico che chiude, a proposito del fallimento tragico del comunismo, così: “Avevamo un bel profetizzare la tragedia. Chi poteva immaginarla in casa propria… Noi lì pieni di terrore e di rivolta”. Si riferiva ai famosi fatti d’Ungheria; sposato con Elsa Triolet, scrittrice di origine russa, conobbe bene l’Urss. Dunque, un ex che si riconosce il diritto (diritto che negò agli altri) di sbagliare perché non sapeva. La storia non è il suo forte. In sostanza ha ignorato per anni tutto dell’Unione sovietica. Questa lacuna non ha mai suggerito lampi ironici ai moralisti principe. Per paura di passare per una banderuola, il marxista principe è arrivato a dire che il teorico di Treveri, Marx, “non va più”, è come un abito smesso. L’onestà dell’intellettuale dimostrata dal leader dei postcomunisti era, perciò, quella di una lavatrice in cui va la biancheria sporca.

MAURIZIO LIVERANI