FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
BISOGNA PUR VIVERE
Venezia ansima, ha bisogno di un nuovo cosmetico; oppure che il Festival cinematografico chiuda definitivamente. Trovare la cultura negli ultimi Leoni dāOro significa perdere tempo. Nessuno vuol spuntare uno strumento utile come la Mostra che ha sfamato un esercito di burocrati. Del trampolino veneziano hanno approfittato soprattutto gli americani, un poā i francesi e gli inglesi. Accettiamo la tesi che bisogna pur vivere; ma perchĆ© farlo a spese dello Stato cinematografico? Grandi alberghi e CasinĆ² non potrebbero provvedere piĆ¹ cospicuamente? A ogni inaugurazione, con cieca pedanteria, il direttore afferma che il Festival del Cinema deve riprendere il dialogo interrotto. Quale e con chi? Quando uno di questi funzionari, alcuni fatti venire dallāestero con lāintento ingenuo di impreziosire la rassegna, viene in mente il paradosso di Ionesco: āSolo le parole contano, il resto sono chiacchiereā. Nelle interviste giĆ emerge la preoccupazione di apparire desiderosi di fare qualcosa di buono; o almeno di diverso. Purtroppo, partendo dal principio di essere il miglior interprete del momento cinematografico, un direttore, alcuni anni fa, spacciĆ² per film erotici filmini a luci rosse. Federico Zeri, in una dichiarazione rilasciata poco prima di morire, sosteneva che nei soggetti della grande pittura tratti dalla Bibbia cāĆØ una gran voglia di ātrascrivere sulla tela una libido sublimata e travestitaā; e aggiungeva: ālāeros scivola via dal pennello e si deposita sulla telaā.
Le cause delle sventure italiane non sono difficili da accertare; basta rifare, passo dopo passo, tutto il cammino della nostra democrazia dalle origini a oggi. Le āanime eletteā, a cominciare dai āpadri nobiliā della democrazia cristiana e del social comunismo, hanno commesso, dal ā46 in poi, una serie di corbellerie che sono, come si dice, a monte dellāattuale dissesto italiano. Nel ā48, alla testa di un partito numeroso e āseguitoā, Pietro Nenni volle lāāunionismo con il comunismoā provocando, come contraccolpo, il successo della Democrazia cristiana. Se Nenni e Togliatti persero la battaglia del ā48 la causa fu, soprattutto, del ācolpoā di Praga quando i comunisti cecoslovacchi, una minoranza, imposero, grazie allāUrss, la dittatura del proletariatoā. Ebbene, a dispetto di ciĆ², per decidersi a giocare la ācarta autonomistaā, Nenni attese il XX Congresso del Partito Comunista Sovietico quando Krusciov denunciĆ² i crimini di Stalin. Messo alle strette dalle rivelazioni sul regime che al posto del benessere promesso alle masse dava loro fame e terrore, soltanto allora Nenni si decise a restituire il āPremio Stalinā. Un certo numero di milioni che, avendoli giĆ investiti, potĆ© rendere grazie al suo amico Angelo Rizzoli senior, la quintessenza del capitalismo italiano di allora. Il trapasso di denaro da un capitalista a un uomo di sinistra ĆØ stata una superba impresa. Ricordiamo qui lāaccaduto non per suscitare biasimevoli pensieri ma per dimostrare che la sinistra ĆØ fatta a immagine e somiglianza delle sue āanime nobiliā sin da quei tempi. Per la classe dirigente nata dalla Resistenza si attaglia bene il gustoso epigramma: āI partiti per piĆ¹ lune / sono stati sostegno dello Stato / in quel modo che la fune / ĆØ sostegno allāimpiccatoā.
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MAURIZIO LIVERANIĀ