di Maurizio Liverani
La politica, per lo più ridotta a una bancarella sfasciata, ricoperta di vituperi, cede il passo, in questi giorni, al fervore per il gioco del calcio che unisce tutti gli italiani. Il timore degli avversari della Juventus è che la squadra torinese sia destinata a prevalere anche quest’anno. La sola idea del rinnovarsi di questo che è considerato un prodigio bianconero rende infelici milioni di appassionati. A cominciare dalla squadra della Capitale, tutte le compagini si sono rafforzate importando calciatori stranieri da ogni angolo del mondo. Chi aspira al titolo ha soprattutto puntato su giocatori di colore. C’è chi insinua che gli scafisti selezionino tra gli umiliati e offesi quelli che hanno attitudini al gioco del calcio. Accortasi di questa astuta manovra, la Spagna ha cominciato ad accogliere i barconi destinati all’Italia. C’era da immaginarselo che dietro questo esodo ci fosse anche un calcolo di questo tipo. Dietro il cosiddetto jus soli che si vuole celermente approvare, forse, ci sarebbe questo intento: italianizzare giovani propensi alle prodezze pallonare. Il nero dotato si riconoscerebbe dall’aspetto che sarebbe quello di uno che pensa molto ed è sensibile alle lusinghe della gloria. La ferrea necessità di condurre un campionato nelle posizioni di testa induce i proprietari delle squadre a reperire campioni anche nel mondo asiatico, in Turchia e in Ucraina. Tra gli extracomunitari, i croati e i serbi sono i più attentamente seguiti, oltre agli argentini. Ma c’è del nuovo: da quest’anno per controllare meglio i falli in area di rigore si è ricorsi a uno strumento dal nome “Var”, cui l’arbitro può far ricorso quando sia perplesso su una decisione da prendere. Questa “Var” è stato utilizzato per la prima volta nella partita della Juventus contro il Cagliari. Un indecifrabile scontro nell’area dei bianconeri ha indotto l’arbitro a farvi ricorso. L’occasione era buona per mettere subito in crisi la squadra più invidiata, ma, con gran scorno di questi invidiosi, Gigi Buffon, il portiere, ha parato agilmente il rigore assegnato al Cagliari, segnalato dalla ”Var”. I maligni hanno interpretato l’uso di questo fantomatico aggeggio come già al servizio della squadra torinese; i più corretti hanno dovuto ammettere che contro un portiere come Buffon non c’è “Var” che tenga. Queste sono alcune delle quisquilie di questo campionato che, come abbiamo detto, è rimpinzato di giocatori stranieri che vedono nell’Italia il Bengodi. L’opinione generale è che di questo passo ogni equipe del nostro Paese sarà infarcita sempre più di extracomunitari consentendo di trascurare il vivaio dove crescono i campioni italiani. Vivai, invece, coltivati accuratamente in altre nazioni. Quanto sta avvenendo nel mondo del calcio sta scatenando nei tifosi un incontenibile appetito di esecrazioni, ma le leggi del mercato privilegiano i più ricchi e condannano le squadre delle piccole città, un tempo fonti di invincibili campioni, a militare nelle posizioni di retrovia. Le squadri milanesi sono passate in mano a miliardari cinesi. La fisionomia di questo campionato è informe. La ”Var” ha acceso l’estro di chi fa uso dell’ironia al posto dell’indignazione: campionato “a-var-iato”.
Maurizio Liverani