FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
C’ERA UNA VOLTA LA GUERRA DI ORIANA
La vita, per Oriana Fallaci, non era nient’altro che una manifestazione di guerra. In questa guerra lo stile è la difesa estrema e, probabilmente, l’unica. Si definiva un “soldato”. La vita era, per lei, uno scontro tra chi ha coraggio e chi ha paura. Con la devozione – mi disse – alle stesse ideologie nate allo scopo di non avere alcun significato.
Non è un buon segno che un democristiano, salito al Quirinale, faccia gran sfoggio di nobili ideali e di alti pensieri. Nell’encomiastica dei suoi ammiratori è già considerato una guida. Sergio Mattarella era sicuro che questo titolo fosse concepito per lui; in ogni modo è disposto a condividerlo. Il suo timore era che lo ritenessero uno dei soliti arruffoni che per uscire dal coro si atteggiano a baritoni. Non so se intenzionalmente sia riuscito a creare una certa immagine di se stesso, un’accettazione simpatica arrivando quasi a creare un personaggio che incuriosisce. Tutti ci siamo accorti da tempo che l’alta politica circola nelle sale presidenziali. Di personalità che si impongano e che abbiano carisma non ce ne sono. Tra tutti il migliore, il più simpatico è proprio lui, Sergio Mattarella che rinnova non il culto della personalità ma quello del piacevole e bravo statista, capace di affrontare le situazioni a viso aperto.
Tutti rimettono gli sdegni alla prova di un unico criterio: la democrazia non è mai esistita; non interessa più sapere se un tale è progressista o un talaltro conservatore. L’avvicinarsi delle elezioni induce Matteo Renzi a fiutare il vento del “triumvirato”, ligio alla regola secondo la quale quel che conta è durare, e non essere un passeggero balocco. Il “triumvirato” è il superamento delle larghe intese. Lascerebbe prevedere, finalmente, una maggiore collegialità e porrebbe fine alla conflittualità che amareggia la vita degli italiani.
Ormai sono affiorate le magagne di tutti i partiti e gli italiani sono assuefatti all’indignazione. La strategia religiosa con papa Francesco cerca continuamente di ridare vita a un flebile sdegno. Le astuzie da confessionale nascondono un appetito di potenza. La predica inadatta per un popolo che obbedisce soltanto ai suoi bisogni.
MAURIZIO LIVERANI