FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
CHI GOVERNA? SI, …MA CHI COMANDA?
La massima del Gattopardo: “Bisogna che qualcosa cambi perché tutto resti come prima” è applicata, in Italia, con un governo gialloverde. Errore. Il potere effettivo è ancora in mano degli eredi di Lenin. I fanatici di Di Maio e di Salvini debbono constatare, o non se ne sono accorti, che i poteri che contano sono nel cestone del centrosinistra. In un trattato, “Che fare?” di Lenin, si legge: “bisogna essere pronti a tutti i sacrifici, a usare, se necessario, ogni sorta di stratagemma, di astuzie, pur di penetrare e compiere, nonostante tutto, la funzione comunista”. Questo di Lenin è il “vademecum” dell’attuale uomo di sinistra; in Italia è quasi sconosciuto. Per questa caratteristica di distorcere e nascondere la verità, i comunisti sono definiti da Wilhelm Reich, nella “Psicologia di massa”, “peste psichica”. La “peste psichica” poggia su ciò che c’è di peggio e di più basso nella natura umana; mentre la calunnia distrugge e cerca di eliminare tutto ciò che minaccia la sua esistenza, indipendentemente dal fatto se è buono o cattivo, i comunisti o, meglio, gli ex comunisti, manovrano le leve più importanti dei poteri. La situazione italiana è allarmante perché nonostante un nuovo governo non si riesce ad alterare l’egemonia comunista cristallizzata nel tempo e che coinvolge interessi vastissimi. Ecco perché il pateracchio (leggersi inciucio) diventa sempre più urgente. Se gli ex comunisti conservano lo “status quo” di prima delle elezione abbiamo la voglia di gridare loro “bravi!”, come a un comizio di Petrolini. La sinistra primeggia nella società, nel video i talk show politici hanno la stessa intonazione ostile di prima delle consultazioni. Mentre i due al governo si illudono di essere i grandi timonieri. Si è imposta una strategia elementare attinta dal “Che fare?” di Lenin che Di Maio e Salvini farebbero bene a leggere.
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I miti, in Italia, si logorano presto.
L’umanità ha sempre cercato avidamente “posizioni” fuori dell’ordinario.
La portata morale delle idee retrostanti non conta.
Molto importante è tenere il piede in due staffe; è la regola cui si uniforma l’arrivista politico. Anche quando non decolla.
C’è un gran via vai da un polo all’altro con sosta obbligatoria nel gruppo misto. Alcuni si slanciano con forza, altri lentamente. Chi sa fermarsi al sarcasmo chiama questo via vai il “cammino della speranza”.
MAURIZIO LIVERANI
(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)