CLIMA ROVENTE

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
 
CLIMA ROVENTE

Si parla tanto di casta, di ceto dominante al quale di solito vanno a mettersi a capo tipi spavaldi che si riconoscono il merito di ricaricare il pendolo della storia. Per mettere in stato di accusa il compianto segretario del Psi era stata messa in campo una gigantesca corbellatura. In quei giorni si mirava a fare di Bettino Craxi (foto) un ramo secco. Marxisti che avevano il compito di annullare il segretario del Psi erano gente impastata di sostanza mediocre, rancorosa e invidiosa. Questi tipi non piacevano a Togliatti che nei modi era di estrema eleganza e, soprattutto, un tantino misteriosa. Il Psi era florido, in continuo incremento tra la borghesia; per appannare questo prestigio, il Pci ha sempre tentato mille giravolte. Il momento politico internazionale era favorevole all’annullamento di Craxi. Nel clima italiano del dopoguerra il Pci ha sempre guardato al Psi adottando la strategia degli scandali, introdotta dai comunisti come obiettivo per isolare quelle forze che si opponevano al compromesso storico. Per accreditare l’immagine di un partito comunista legalitario era indispensabile screditare l’avversario per renderlo, inevitabilmente, inservibile. L’avversione a Craxi fu più volte segnalata con un famoso motto: “Si scrive leader ma si legge ladro”. C’era già nell’aria il presentimento di una Tangentopoli, scoppiata in forte ritardo. La cloaca della Scandalusia italiana c’era già al tempo del sindaco di Roma Rebecchini, dei palazzinari “rossi” e “biancofiore” quando Flaiano scriveva “L’Italia è il Paese che ha il maggior numero di miliardari rivoluzionari” e che “Il dovere delle sinistre è di aiutare i benestanti, ci sono già troppi poveri”. Con la stagione delle “mani pulite” sembrava essere suonata l’ora della rivincita. A quel tempo “Repubblica” tuonava: “Capitale corrotta, nazione infetta”. Ormai la diga del conformismo aveva larghe fenditure. Le confessioni e le fughe filtravano attraverso gli squarci; c’era, in questo Paese, chi temeva un Craxi portabandiera mordente, assillante, sprezzante. Chi temeva l’inciucio tra Pci e Psi? Forse i giornalisti pagati dalla grande stampa (leggere il dossier Mitrokin)? In accordo con la Cia? L’affare non si è ancora chiarito.

MAURIZIO LIVERANI