FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
COME LA GARBO …MA INCOMPRESA
āLa Manganoā, sosteneva Alessandro Blasetti, āĆØ lāunica tra le nostre attici che non abbia voluto concedere nulla al mondo del cinema. GiĆ allāepoca di āRiso amaroā ne aveva preso coscienza e dāallora non ha fatto altro che cercare di distruggere quellāimmagine che Giuseppe De Santis aveva dato di leiā. Ā Da quel film si intuiva che Silvana non voleva essere una vamp neorealista. Non era una super donna nel senso odioso della parola che ha assunto nel cinema italiano. Rifiutava i contenuti popolareschi, le effusioni melodrammatiche dellāistinto, lāesibizionismo erotico o sentimentale che il āciociaroā De Santis, con grossolanitĆ spiccia, le impose. La madre inglese, sposata a un siciliano addetto ai wagon lits, voleva fare di Silvana una ballerina. Era persuasa che la figlia avesse unāindole classica, rispettosa dellāarte. āPuĆ² fare tutto dal dramma alla farsaā, sosteneva Vittorio De Sica. Come concorrente alle gare di miss tradiva la grazia che le ābononeā degli anni ā50 non avevano. Il suo sguardo emanava un senso di struggente poesia, di vibrante, raffinata intelligenza. Chi lāha conosciuta bene ha un ricordo quasi impaurito, quasi il rimorso di non aver compreso appieno, lei viva, la sua finezza e la sua eleganza dāanimo. Il primo ad accorgersi che Silvana Mangano era davvero unāattrice fu, ripetiamo, De Sica. Federico Fellini la inseguiva fin dai tempi della āDolce vitaā e anche per ā8 e mezzoā tornĆ² alla carica. I ruoli di Anouk AimĆ©e erano destinati a lei. A convincerla a non accettare quei film pare sia stato suo marito Dino De Laurentiis. Ricordano quelle opere e, soprattutto, il personaggio di Edda Ciano nel āProcesso di Veronaā di Carlo Lizzani, tutta la vita della Mangano appare come una preparazione, invano avversata, a tante angosce. Ecco perchĆ© fu prediletta da Pier Paolo Pasolini e da Luchino Visconti. āLa sola tra le nostre attriciā, riconobbe Blasetti, āche si avvicini a Greta Garboā. Rappresentava la caduta dellāangelo nel confronto quotidiano tra una misteriosa predestinazione e lo squallore dellāesistere.
MAURIZIO LIVERANI