di Barbara Soffici
In Italia, purtroppo, continuano a prosperare gli scandali: dopo quello delle ābancheā che ha coinvolto direttamente il ministro Maria Elena Boschi, ora ĆØ la volta di āTempa Rossaā che ha invece investito il ministro dimissionario Federica Guidi. L’esecutivo e la maggioranza sono nuovamente alle corde. Il governo ĆØ accusato di essere āpieno di conflitti d’interesse, marchette e imbrogliā, di essere coinvolto nello scandalo, di aver favorito con il famoso emendamento sulla Total le lobby del petrolio. Le opposizioni hanno preso immediatamente la palla al balzo, hanno presentato l’ennesima mozione di sfiducia. Ma la scelta della data del dibattito, il 19 aprile, ha sollevato ulteriori polemiche: la mozione sarĆ infatti discussa due giorni dopo il referendum che vuole fermare le trivellazioni in mare, referendum che decreterĆ se l’estrazione di idrocarburi terminerĆ alla data di fine concessione o se potrĆ continuare fino l’esaurimento del giacimento. L’impressione generale ĆØ che si voglia dare del tempo al governo per sgonfiare la vicenda: le opposizioni hanno interpretato il fatto come una chiara manifestazione della ādittaturaā renziana. Intanto la minoranza democrat assicura di non volersi porre, nei confronti dell’esecutivo, come un’opposizione. Nel frattempo inizia a crescere, tra le file di verdiani, il malcontento, l’insoddisfazione per il ruolo di āutili idiotiā di sostegno alla maggioranza. Slitta intanto la nomina del nuovo ministro allo Sviluppo economico (forse un’altra donna, Teresa Bellanova, forse Fabrizio Barca). Mentre il premier continua a difendere l’operato del suo esecutivo e a fomentare la teoria del complotto: il governo sarebbe sotto attacco politico; e l’assedio potrebbe durare fino ad ottobre, fino al referendum della riforma costituzionale, vero obbiettivo della āmanovraā. Ma le carte dell’inchiesta hanno rivelato vari filoni d’indagine, dal disastro ambientale al traffico di influenze, hanno rivelato il coinvolgimento del capo dello Stato Maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi, hanno rivelato che sono state esercitate pressioni anche sui ministri Delrio e Pinotti per condizionare gli appalti di petrolio, porti e navi. E’ certo che l’intera vicenda potrebbe compromettere l’immagine internazionale e il ruolo dell’Italia nel controllo del Mediterraneo (interventi per frenare il flusso migratorio e diretti verso la Libia),Ā potrebbe compromettere la possibilitĆ di ottenere quel posto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tanto agognato da Renzi.
Barbara Soffici