CONFUSIONE E DISONESTA’

Maurizio Liverani

Il suo nome circola, è vero; ma pochi saprebbero dire con certezza a quale attività la sua persona si raccomanderebbe se le fosse venuta a mancare la preziosissima, si fa per dire, connivenza di un giullare fattosi conoscere, anni fa, con le sue traccheggianti tiritere moralistiche alla televisione. Con questa segatura satirica, Beppe Grillo si è guadagnato una certa notorietà, ma non certo quella della “palabra orientadora” nella battaglia contro il malcostume politico. Alla radice della sua popolarità c’era la derisione, talvolta aspra, della corruzione imperante in questo Paese. Aveva ragione di essere coinvolto nell’”idea generale” favorevole a una più decorosa condotta dei politici. In virtù dell’acume dello scomparso Casaleggio, ha reso inevitabile la nascita del M5s. Il disegno era questo: far saltare la “santa Barbara” del compromesso storico; l’estremo tentativo di ciò che resta del Pci di salvarsi. L’eurocomunismo progettato doveva rendere impossibile il fallimento del comunismo e di tutte le sue derivazioni. Perché il comunismo è fallito? Perché è il tradimento teorizzato del socialismo. In Cile il comunismo ha preferito Pinochet ad Allende; in Spagna, vivo Franco, l’Urss inviò tonnellate di carbone per vanificare lo sciopero dei minatori delle Asturie; in Francia, Marchais ha sabotato l’alleanza delle sinistre perché non prevalesse il socialista Mitterand. La storia è piena di esempi del genere, esempi che dimostrano come il nemico del socialismo non è il capitalismo, ma il comunismo. Per cacciar via un passato deludente, senza dover ammettere il fallimento del comunismo, Enrico Berlinguer delineò con l’eurocomunismo una ”terza via”; volle un comunismo diverso da quello sovietico che mutasse, comunque, il sistema. Bettino Craxi, invece, aveva capito, come aveva capito Proudhon, che “tertium non datur”. Il socialismo può affermarsi soltanto “nel sistema”, cioè rispettando l’economia di mercato, la proprietà privata, la diversità di opinioni. Rispolvera concetti risaputi, principi che i comunisti hanno cancellato con la loro dottrinella piatta e didattica. Gianroberto Casaleggio si è in parte appropriato di Proudhon tirandone fuori dal baule polveroso qualche tratto, dimostrando che gli “errori” degli eredi del comunismo sono la conseguenza di ciò che resta dei santoni del marxismo. Queste verità Craxi le conosceva bene e tutti sappiamo che fine gli hanno decretato. Carlo Rosselli affermava che “il comunismo, cullando il popolo con una perpetua esaltazione delle sue virtù, vuol renderlo più facilmente oggetto della dittatura”. Lo scandalo è che si è portato ciò che ne resta sulla soglia del potere per accorgersi di queste verità conosciute da oltre un secolo. Alcune di esse sono state imbalsamate e sepolte nel M5s. Nessuno ha capito ancora che Casaleggio e Grillo alla fede marxista hanno sostituito la fede cattolica ingigantendone, sotto traccia, la struttura moralistica. Tutte le malefatte del Movimento derivano da questa campagna in nome dei principi degli altri. L’addolcimento del comunismo ha giovato inizialmente a questa furbizia che può ingannare soltanto gli stolti. Odi e rancori sono ridestati dai candidati pentastellati, “blasonati” di ruberie che ora vengono a galla con tatticismo politico. L’onestà del M5s non ha alcuna dimensione morale il cui collasso è già in corso. La disonestà trionfa tra le stelle di Grillo.

Maurizio Liverani

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