di Maurizio Liverani
Il ricordo di Giuseppe Patroni Griffi è legato alle sue regie teatrali e ai suoi film. Alla vigilia del debutto di “Nata ieri” aveva i nervi tesi; rimproverava aspramente chi sosteneva che una commedia con Valeria Marini non potesse avere i soldi dello Stato. Il fatto era che i contestatori del regista sono riusciti, astutamente, con le loro messe in scena, a far cadere il concetto di divertimento ma, correlativamente, sono riusciti a fare acquistare troppi punti a quello della noia. Con “Nata ieri”, grazie a Valeria Marini e alla regia di Patroni Griffi, si conobbe, nel 1997, un vasto successo. Il risultato è nelle cifre. Il testo di Garson Kanin del ’45 grazie a Tangentopoli sembra nato ieri. Si trattava di un’operazione che dimostra come in teatro venga prima l’autore, poi l’attrice e l’attore e infine il regista. Il successo di “Nata ieri” rompeva un grigio conformismo: le tante manipolazioni di opere illustri che frugano oltre il “testo” in cerca di “un altrove” che si crede più autentico. Patroni Griffi voleva dimostrare come la “grande regia” non vuole scoprire nuovi autori ma si trasforma in parassita in chi non ha estro e doti artistiche per creare in proprio. “Nata ieri” a teatro richiamò tanto pubblico: sanciva la regola ferrea del teatro. E’ arbitrario trovare un “sottotesto” scovato nell’originale; si è nel giusto se si porge, invece, alla conoscenza dello spettatore l’opera allo stato puro. Si metteva a nudo un inganno. Lo sfarzo oscura il testo e l’interpretazione. Chi scrive, avendo diretto per anni la rivista “Il dramma”, ha un’esperienza viva avendo pubblicato testi di autori italiani che pur avendo ricevuto premi non sono mai stati rappresentati. Il commediografo, presentandosi alla fine della scena, ruberebbe, appunto, la scena al regista “statale”, autorità insindacabile di strana provenienza, che vive di rendita “statale” da anni. L’alibi degli Stabili è che non esisterebbe un grande teatro italiano. In regime di monopolio statale, i registi “targati” politicamente si chiudono a riccio; guai a chi cerca di entrare! Il successo di “Nata ieri” dovuto all’anticonformismo di Patroni Griffi ruppe per un attimo questo grigio conformismo. La protagonista Billie Dawn, nella commedia, si lascia plasmare e scopre astutamente i segreti di Tangentopoli. Una riproposta del testo di Kanin potrebbe indurre a riflettere sulle ruberie e sulle mani sporche di Enti anche culturali.
Maurizio Liverani