Dobbiamo spesso rifarci a Giacomo Leopardi per il quale l’opposizione tra pessimismo e ottimismo è impropria. Vengono dalla stessa matrice. Si può essere nichilisti e ottimisti. L’ottimista è capace di galleggiare nel mare dell’avvenire del nulla. L’italiano è un nichilista “gaio”. La politica non lo interessa più; non ha più il gusto delle aspettative ideologiche per il semplice fatto che si è, finalmente, persuaso che le ideologie, come i dogmi religiosi, sono delle pure invenzioni che consentono ad alcuni, che strizzano l’occhio alla mafia, di esercitare un dominio, un’autorità su moltitudini. Siamo arrivati al punto che il romano, dopo averlo vituperato, simpatizzi per il dimissionario Ignazio Marino perché capace di dimostrare, con la sua condotta, come la sinistra sbraitante che invoca uguaglianza e libertà è la più incline a disprezzarle. La sinistra ha dato in scalmane contro il M5s perché dai grillini è scaturita una novità piccante: le schermaglie politiche si servono di fantasmi, di ideologie rottamate da anni. Grazie all’assenza di ideologie e di dogmi, il Movimento governa addirittura Roma. La profezia di Don Bosco – “I cosacchi abbevereranno i loro cavalli alle fontane di San Pietro” – è stata lentamente aggiornata: i cavalli non sono più quelli dei cosacchi bensì di quelli che controllano i centri dei poteri. Non si annunciano più tempi cupi. I romani fanno ironia su se stessi perché hanno attraversato quasi un secolo capeggiato dagli esperti in egemonia la quale fa il bello e il cattivo tempo. Ha un carattere alla portata di tutti; rifiuta la solennità, schiva lo schematismo dei partiti. E’ un fenomeno strano che va espandendosi in tutta Europa. Si realizza quello cui aspirano gli italiani da tempo: por fine alla contrapposizione destra-conservazione e sinistra-progresso. Le due fazioni, dopo essersi copiate, si potrebbero accordare sul pateracchio. Nessuno aspira a porsi in prima fila nel governo; per diventare un personaggio cardine, il politico si nasconde, non si serve di alcuna ideologia e, se ne è titolare, la tiene sottobanco, con uno scheletro nell’armadio. Si comporta come un cittadino arrendevole e obbediente; deve essere esperto nella pratica di “durare”. A chi gli segnala questo mutamento di condotta, l’interpellato sospetto afferma di essersi rifugiato nel mito del buon vivere. Ci è voluto molto tempo perché gli italiani si disaffezionassero della politica; stanchi del profumo della solita zuppa di ideali-incanta gonzi. Si è diffusa quella mania che Proust chiama la “frivolezza dei moribondi”.
COSI’ SI VA TRA LE STELLE
FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
COSI’ SI VA TRA LE STELLE
MAURIZIO LIVERANI