COSSIGA: ALL’OSCURO O NO?

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

COSSIGA: ALL’OSCURO O NO?

Che gioia sarebbe stata, in occasione del giorno del ricordo di Aldo Moro, per i terroristi del video coinvolgere nella sua fine un membro di Forza Italia. A stendere un velo sui veri responsabili della strage di via Fani c’è chi sarebbe disposto a tutto; sono ancora vivi molti che sull’attentato hanno le idee ben chiare. Per esempio, anni fa, il maggiore giornale italiano riferiva che due agenti segreti “proteggevano” a debita distanza gli autori dell’impresa delittuosa. La notizia aveva destato un modesto interesse pur essendo stata confermata. Perché proprio due agenti segreti dovevano coprire le spalle a due terroristi? Per meritarsi il coturno di gran giornalista bastava chiedersi se effettivamente quei brigatisti fossero rossi e non di altro colore, come il bianco. Più volte si è, ad esempio, vagheggiato che Flaminio Piccoli, nel Veneto, avesse le sue brigate bianche; la “nouvelle vague” dei cospiratori in quegli anni era variegata:, dal rosso passava al nero e al bianco. I bianchi erano terroristi “chic”, provocando una certa invidia nei passionari neri e rossi, con capelli come trucioli di imballaggio, protetti dai celebrati e ingigantiti “poteri forti” che per convenienza venivano chiamati “poteri occulti”. Si cominciò a fantasticare che Francesco Cossiga (fotografato a via Caetani nel tratto di strada dove fu parcheggiata l’auto con dentro il corpo di Moro) non fosse all’oscuro della sorte toccata allo statista per volontà degli accordi di Yalta, contrari alle famose convergenze parallele di cui Moro era accanito sostenitore. Qualche tempo dopo in un appartamento semi allagato dall’acqua che filtrava dal piano superiore si scoprì che lo statista era stato segregato, prima di essere ucciso, in quella abitazione di via Gradoli a Roma. Quale reazione suscitò quella rivelazione? Dopo tanti anni di distanza non c’è più nessuno che inviti a fare chiarezza. Siamo sicuri che i virus informatici imperversanti sulla stampa e sul video sarebbero pronti a cancellare queste verità se qualcuno riuscisse a dimostrarle. Il “grande fratello” fu chiamato in causa; è un grande fantasma che dirige le sue mosse da impenetrabili rifugi. Questa impenetrabilità è la forma della sua dittatura. Di qui la necessità di annegarsi nel conformismo. l’italiano si sente individuo soltanto allo stadio, fuori tende all’appiattimento del gregge. Chi pretendesse di vederci chiaro in queste condizioni è “anoressico” di potere.
 
MAURIZIO LIVERANI