di Maurizio Liverani
Vedere oggi una bella ragazza mentre si tuffa da un trampolino o passeggia per la spiaggia non crea che una superficiale curiosità. Si sta davanti al casalingo schermo come si sta in spiaggia a vedere passare donne e ragazze dotate di eleganti fianchi. Inevitabile che il sesso perda gran parte dell’incanto di un tempo sebbene continui a dar luogo a drammi e delitti inutili. Vero guastafeste della vita, l’eros le dava anche un sapore. Senza essere guariti dalle ossessioni il sesso spadellato su tutte le reti televisive ha perso prestigio e bellezza anche il profumo di una delicata poesia. Di questo si sono accorti gli stilisti. Un sospiro si sollievo hanno tratto dal conflitto tra il costume a due pezzi e il burka musulmano. Dal burka pare possa nascere un cocktail di fantasie irrealizzate e irrealizzabili. Vengono snocciolate versioni del sesso inaspettate; si possono aprire sollecitazioni a nuove fantasticherie. Gli stilisti non si lasciano mancare nulla. Il veto del burka in spiaggia suggerisce un nuovo stile. Sgombrando il campo di tanti impacci, alcuni vogliono sfruttare il burkini (un burka stilizzato) aderente da lanciare nell’universo della moda. In fondo il due pezzi ha dimostrato i suoi limiti da quando si presta alle rapide soluzioni, “male”, che come scrive nel suo saggio Jean Baudrillard ha messo il sesso “in cassa integrazione” del desiderio. Mancando un profondo sentimento romantico della vita, perché il grande mito del sesso è caduto come uno scenario che abbia preso fuoco e si sia afflosciato e incenerito. Il burkini – il burka introdotto nell’alta moda – potrebbe rilanciare la commedia della sessualità. Il corpo della donna nascosto in questo singolare abito riacquisterebbe la sua aristocrazia. Il sesso si riapproprierebbe il suo fascino, mentre con il bikini si è popolarizzato producendo un certo tedio foriero di sazietà, infatti la licenza dei corpi ha favorito l’astinenza più fratesca. Con questo nuovo costume, che sarà presto in voga, si potrà ridare slancio ai pensieri più arditi. Ennio Flaiano definiva questo gioco gentile e appassionante “pettegolezzi su un mistero”.
Maurizio Liverani