CREDERE, OBBEDIRE… ATTENDERE

di MAURIZIO LIVERANI

Ora che non hanno più un’ideologia gli ex di destra e di sinistra hanno, naturalmente, soltanto ambizioni. I loro notabili si fanno una guerra aspra; più delle sorti del partito, i capi (tornati) in erba si preoccupano che dalle loro fila non esca un Bonaparte. Come nelle vecchie Dc, si può, al massimo, porsi alla testa di una corrente. Le correnti tendono a moltiplicarsi per impedire il coagulo del quale un uomo possa approfittarne. Paolo Gentiloni è stato premier per procura; doveva apparire come un Matteo Renzi sbiadito. Al suo nome molti giornalisti hanno fatto seguire, chiusa tra due virgolette, l’esortazione “forza”. Disintegrandosi il partito, liquefacendosi l’autorità dei piccoli gaulaiter affinché la sinistra non si riducesse in un vuoto nullificante, meglio Gentiloni il quale non vuole essere classificato tra gli uomini politici superiori destinati a rigenerare la politica italiana. Le penne specifiche, non potendolo più attaccare direttamente perché posto nel cestone delle nullità, lo seguono con attenzione. Non si sa di chi sia vassallo perché essendo un leader di statura inferiore non è riuscito a sviluppare il bernoccolo del trasformismo che ormai lo si può applicare a tutti. Alcuni pretendono di essere più machiavellici che fregoleschi; abbiamo un parlamento di saltafossi. Il trasformismo è una droga che ha spento il senso morale, per questo i vari ex, praticandolo, lo incoraggiano in tutti i partiti. Il timore degli arrampicatori è che uno di loro possa diventare, all’improvviso, l’ago della bilancia. Impreparati a lottare contro la propria inferiorità di rango, portano la loro fragrante insipienza nei talk show. Vi è stato invitato anche Silvio Berlusconi il quale, con signorile distacco, disquisisce di tutti i problemi, aprendo una parentesi anti-grillina e definendo i cinquestelle incapaci, senza cultura e boriosi, per poi lodarli per qualità assurde che sanno scopertamente di presa in giro. Queste trasmissioni ricordano un aforisma di Malraux: “In ogni maggioranza di imbecilli si annida sempre un intelligente”. Il terremoto che scuote la politica ha portato spavalde personalità a livello di semplici peones; cosicché il nostro Paese somiglia sempre più a un corpo morto i cui riflessi sono meccanici.

MAURIZIO LIVERANI