I grillini, sino a qualche mese, fa somigliavano a quei cannibali pronti a mettere nella teglia il missionario. A distanza di poco tempo si guardano stralunati e impensieriti dal pericolo che il loro momento stia per passare. Approfittando dello Stato agli sgoccioli, con uomini al potere che hanno sbriciolato il denaro pubblico come grissini, il Movimento, con il sostegno e il favore della rete, aveva spinto Grillo a usare il suo stile da avanspettacolo per dare l’ultimatum a questi poteri, ignorando che Tangentopoli indigna gli italiani sin dai tempi dello scandalo dell’aeroporto di Fiumicino che Montanelli definì – ha ricordato il “Corriere della Sera” – “molto peggio di un furto, di una rapina a mano armata, di una irruzione di briganti”. Chi aveva gridato allo scandalo è ancora capace dei più impensati colpi di testa preceduti da grida e imprecazioni. I sovvertitori sono sempre stati vanitosi; hanno tutti studiato la tecnica della popolarità di Mussolini. Ottenuto l’appoggio di “Bersaglio mobile” e di “Piazza pulita”, sbraitando per qualche “puntata”, sono andati subito a racimolare notorietà a “Porta a porta”, la trasmissione di Bruno Vespa, rivelando, improvvisamente, la loro voglia di inserirsi nelle sfere del potere consolidato e tradendo, in un certo modo, la volontà di contestazione. E’ spuntata presto la convinzione che Grillo e compagni, più che agli interessi del Paese, pensassero ad allargare la risonanza della loro personalità. Oggi sono visti come il “Tribuno illustrato”, lasciando incredulo l’elettore che confidava nella bubbola dell’onestà.
Nella gerarchia delle menzogne l’invocazione “La libertà è partecipazione” occupa il primo posto. E’ veramente libero chi non fa assurgere un’idea – che in se stessa è neutra – in un dogma, in una verità inconfutabile. L’amletismo non porta alla megalomania che scoppia in una verità assoluta. Le certezze indiscutibili sono alla base della “partecipazione” alla passione per un dogma fascista o comunista.
Un aspetto del cosiddetto “volto nuovo” della società è la possibilità della presa del potere presentata come “partecipazione”. Se c’è chi cerca di intossicare gli animi con l’odio, questi vi inviterà alla “partecipazione”. Se all’orizzonte la crisi è sempre in agguato, questa minaccia provoca ripetuti inviti alla “partecipazione”.
Se si constata ogni giorno di più una certa mentalità totalitaria e si cercano mille pretesti per rinnovare i giorni dell’ira, richiamando estremisti anche dall’estero, questa è “partecipazione”. Se tutto ciò è comprovato, i polemisti televisivi denunciano la disaffezione degli italiani per la politica come se non fossero loro a provocarla; questa è “partecipazione”.
MAURIZIO LIVERANI
Commenti e aforismi tratti dalle opere di Maurizio Liverani e dai suoi recenti articoli