CURA GLI IDEALI, E’ “PERFETTO” PER IL COLLE

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

CURA GLI IDEALI, E’ “PERFETTO” PER IL COLLE

C’è chi è in grado ancora, nonostante il Coronavirus, di fare rosee previsioni per l’avvenire preannunciando, nel contempo, che ci si potrebbe imbattere in sorprese e in delusioni. Leo Longanesi lo avrebbe spiazzato banalizzando tutte le pompose diagnosi sul “mondo che cambia”. Silvio Berlusconi è un longanesiano autentico, cioè capace di realizzare il miracolo di essere a un tempo in posizioni diverse: a sinistra e a destra. E’ per questo che i democristiani gli hanno teso in passato dei brutti tiri per spedirlo ora nel limbo dei notabili. Nella destra non c’è nessuno in grado di surrogarlo. In questo momento è una sorta di Achille con più di un tallone da temere. Indispettisce politici di qualsiasi orientamento. Pier Ferdinando Casini, grazie alla calotta di capelli grigi portati con eleganza, pare gli sia favorevole; oggi che è considerato un possibile successore di Sergio Mattarella, si espone con grande gagliardia ironica. Consiglia al premier Conte di salire al Colle per dare le dimissioni, per poi essere reincaricato. Dopo aver per anni rinfoderato le sue ambizioni, spendendo la moneta magica dei meriti vaticani, Casini è tornato alla ribalta per dedicarsi alla cura degli alti ideali, naturalmente, cristiani. Come un poppante che abbia succhiato dal gran capezzolo democristiano teoria, prassi, strategia  e da Giulio Andreotti tattica e facoltà gestatoria, ha accettato di essere accolto nelle shakespeariane zucche che fanno più rumore. Casini non si impermalisce, ha l’aria di chi non vede l’ora di “staccare” da Montecitorio, dove da anni è impiegato, per passare al Quirinale. Una probabilità attuabile. Tra gli aspiranti selezionati a presidente della Repubblica occorrono politici di lunga data. Tra loro esistono soltanto rancori, ingentiliti per illudere i cittadini che l’Italia abbia una classe politica di rango, a prova di scandali. Vengono additati come uomini nuovi quelli che già trent’anni fa erano “menti elette”. Nei loro interventi c’è sempre qualcosa di antico; ricorrono a quel formulario con il quale fanno intendere di aver assimilato, nella loro lunga esperienza, idee profonde; non trascurano occasione di essere la quintessenza del grande statista tiranneggiato da molti ideali.
 
MAURIZIO LIVERANI