DA SPIRITO OPACO A LEADER

  FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI 

DA SPIRITO OPACO A LEADER

Ogni nazione esprime, in politica, i suoi difetti e le sue virtù. La politica italiana avventata, improvvisatrice vince e perde con la stessa facilità; soprattutto è incapace di un rendimento continuo. E’ ormai un gioco aspettare un “grande” (si va per dire) politico al suo prossimo ribaltone per vederlo cadere, rompersi il collo su una scelta dettata dall’euforia combinata con il tornaconto; e poi risorgere con un’altra acrobazia. Non si è mai sicuri di nulla; anche i politici sembrano opera del caso o, comunque, di una combinazione di astuzia e di fortuna. Aggiungiamo che i nostri “padri nobili”, le nostre “coscienze critiche” danno un senso di curiosa insoddisfazione, quell’insoddisfazione che si prova davanti a un bel mobile con i cassetti e gli sportelli che si chiudono male. In nessun altro Paese europeo la “mortalità” politica (in senso fisico ma anche di prestigio e di audience) è così alta; in nessun Paese si “uccidono” tanti “notabili in nuce”, tanti micro-leader giunti sulla pista di lancio. Mentre nelle arti c’è ancora un avventuroso artigianato dove giovani talenti “muoiono” all’alba senza vedere il giorno pieno della loro creatività, in politica – a parte i canonizzati per età o per misteriose ragioni – vale al regola del superenalotto con il caso dietro l’angolo. Molti “tamburroni del nulla”, magari ispirandosi al parente martire della Resistenza, cercano di diventare, sulla scena politica, grandi istrioni. Nel gran polverone nato per oscurare le menti degli ignavi spunta l’elaborato pensiero di un Di Maio che deve essere onorato come “sacra particula”, coltivato come un “koinor”, venerato come una sacra sindone. Dobbiamo guardarlo come se soltanto lui conosca le “isogone” e “isobare” della democrazia. Nell’attico della sua mente dobbiamo sempre sospettare che abitino nobili ideali e alti pensieri. Con la smania di restare a galla a ogni costo e di rappresentare un’intelligenza inquieta, Luigi Di Maio ha preso le distanze da Zingaretti aprendosi un solco (con una pallina rossa) per poi proporsi al posto di Conte. Se l’operazione non gli riuscirà, potrà sempre fregiarsi del titolo di “padre nobile”.

MAURIZIO LIVERANI