DAGLI A MARTELLI!

di MAURIZIO LIVERANI

Soltanto un candido può credere che il mondo culturale italiano sia pronto all’autocritica. Si è appena accennato alle colpe della cultura ufficiale verso alcuni dei maggiori scrittori italiani. Di Cesare Pavese abbiamo già parlato. Il suicidio di Guido Morselli (avvenuto nel ’73) è ancora avvolto nel mistero. Soltanto a uno scrittore autentico poteva venire in mente di descrivere, ne “Il Comunista”, i vizi, i cedimenti, i compromessi della vita interna del Pci. La censura è stata introiettata negli “uomini di lettere” al punto che non c’è quasi più nessuno da perseguitare nel mondo della cultura. Ecco spiegata anche la mancanza di una cultura di destra, tanto invocata da sinistra. Di fronte ai responsabili ci si è sempre trovati in una situazione insolita: a persone che rivelano buona volontà e preparazione rispettabili e che, tuttavia, non dimenticano di servirsi della loro cultura di sinistra per approdare a semplificazioni sbalorditive, come l’ansia di recuperare alla cultura italiana le opere di Antonio Gramsci per dimostrare a se stessi di aver imboccato un collegamento con la sinistra che dell’”egemonia” gramsciana fa gran uso. Per lo spettacolo si è posto subito il problema delle sovvenzioni da cui è nato un protezionismo che rappresenta un vero e proprio conflitto di interessi. L’Unione Europea ha chiesto ripetutamente che i singoli Stati non si lascino catturare dalla logica delle lottizzazioni, che in Italia ha promosso, soprattutto, cinema commerciale e ha ostacolato la rappresentazione di nuovi attori. E’ stato, per esempio, realizzato un film su Tangentopoli gettando il “j’accuse” sull’onorevole Claudio Martelli che in quel guazzabuglio è stato fatto entrare incomprensibilmente. Ne è nata una controversia. Per fortuna, Martelli ha avuto l’abilità di difendersi e di uscire illeso dalla vertenza che voleva, evidentemente, colpire i socialisti. C’è da dire che, sia a destra che a sinistra, quando si vuole pungere si diventa pesanti, persino goffi, sconfinando sovente nella polemica aggressiva. Al dizionario dell’arguzia si sostituisce il prontuario degli insulti.

MAURIZIO LIVERANI