di Barbara Soffici
L’operazione di mercato, garantita dalle banche, è riuscita: la Bce alla fine ha approvato l’aumento di capitale (fino a 5 miliardi) e la vendita delle sofferenze (per 9,2 miliardi) che salverà il Mps senza l’intervento dello Stato. In questo modo si conta di cancellare, entro la fine dell’anno, ben 27,7 miliardi di crediti in sofferenza che hanno creato problemi di bilancio all’istituto senese che rischia così di diventare leader in Italia. Dallo “stress test” è risultato poi (a parte Mps) che gli istituti nazionali non solo sono stati promossi, ma sono stati anche giudicati i migliori d’Europa. Le nostre banche hanno dimostrato di essere in grado di “tenere i conti” anche di fronte a turbolenze finanziarie improvvise (come quelle determinate dal Brexit); hanno dimostrato di riuscire ad assorbire gli shock con minor perdita di capitale e più velocemente rispetto agli altri istituti europei. Il ministro Pier Paolo Padoan si è dichiarato soddisfatto. In verità l’esame Eba questa volta non ha fissato, come ha fatto precedentemente, le “soglie minime di capitale da raggiungere”, quindi non ha verificato né la trasparenza, né la stabilità dei nostri istituti. L’esame vero si svolgerà a novembre quando sarà effettuata la valutazione prudenziale. Il risultato dello stress test, così a metà, potrà però permettere al governo di concentrarsi sulla consultazione di ottobre. “Nel caso vincesse il no al referendum costituzionale, il premier deve restare al suo posto”, fa sapere Bersani. “Legare un governo ad una costituzione è un errore…. Che precedente creiamo?”, ha dichiarato. Dietro a questa affermazione, che sembra un “segnale di pace” della minoranza Pd, si nasconde però una vera e propria insidia. Bersani ha inteso così sottolineare che la credibilità del premier e del suo governo non si fonda sulla riforma costituzionale o sul risultato del referendum, bensì sulla capacità di arginare e risolvere i problemi sul versante economico. Renzi, da tempo, gira e rigira intorno a quelli che ha definito “impegni concreti” senza trovare alcuna soluzione, senza apportare alcun beneficio. Intanto si moltiplicano le polemiche, non soltanto in ambito politico, ma tra la gente comune, tra quelli che, oppressi da una crisi che sembra non avere mai fine, privati della dignità di un lavoro, si “ingegnano” ogni giorno per continuare ad avere un tetto sopra la testa e un piatto caldo. L’accoglienza ricevuta a Taranto dovrebbe essere per Renzi un segnale da non sottovalutare…
Barbara Soffici