DALLE STALLE ALLE STELLE

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

DALLE STALLE ALLE STELLE

Tra tante facce di politici nate per la noia, Matteo Renzi, dopo quanto è avvenuto, può far pensare a un astro o a un giovane Davide capace di intraprendere un combattimento contro Golia. All’attivo del leader di Italia viva va ascritta la duttilità di saper trasformare in parole chiare e distinte quel confuso amalgama dello scandalo che cessa d’improvviso grazie al ravvedimento di alcuni infedeli. Le ambizioni di Renzi sono così smisurate che, se dovessero realizzarsi, avrebbe già intestata una strada pubblica calpestata da milioni di piedi. Per grazia di quanto è accaduto, non appare più, a un occhio attento, un campione di furbastrismo. Tutta l’operazione si impernia sull’intelligenza dialettica di questo toscano machiavellico che non teme di essere considerato autocrate, ritenendosi come quei mali di cui non bisogna cercare di guarire perché essi soli ci proteggono da mali più gravi. Il suo hashish è stato la ricomposizione; ha capito da tempo che gli italiani su questo punto sono facilmente reclutabili. L’avventurismo politico esercitato indiscriminatamente è una mancanza di perspicacia; è per questo che nel gran polverone politico Renzi, privilegiando quel proverbio cinese secondo il quale “nessuno può remare in due canoe alla volta”, nella corsa a rompicollo verso tutto il potere a Mario Draghi ha sfruttato ogni elemento. In tutto questo trambusto, Silvio Berlusconi si mette sempre più da parte, avvolgendo il berlusconismo di Renzi di una suggestiva implacabilità. Al momento opportuno, Renzi si è fatto trovare sul versante giusto. Da capo espiatorio prima dell’avvento di Draghi, oggi è visto come dotato di un bernoccolo particolare. Nessuno lo può più obbligare alla stasi.
 
  MAURIZIO LIVERANI