DALL’EUROPA SOLO ILLUSIONI

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

DALL’EUROPA SOLO ILLUSIONI
Per rigenerare la fiducia nelle ideologie, ora che sono state catalogate fra le attività mentali impresentabili, si offrono come capi mandria dell’Europa Unita personaggi cui non è mai stato riconosciuto un credito intellettuale. Uomini simbolo, nel giro di poco tempo, diventano delle nullità. C’è chi si pone alla ribalta di sua iniziativa e che in questo sfacelo non crede minimamente. Nicolas Sarkozy, muovendo guerra a Gheddafi senza aver consultato l’Europa, voleva essere il capo mandria dell’Unione senza accorgersi di essere – incautamente – colui che poneva le basi della sua divisione. La “grandeur” diventa “mesquinerie”. I vecchi comunisti, nello stesso tempo, ci facevano sapere che con Gorbaciov e con Putin “non avete capito niente e state sbagliando tutto”. Per ora il risultato è che stiamo vivendo in uno strano interludio, contrassegnato da urti fragorosi con il graduale proporsi degli argomenti di una rissa polemica. La stampa dei poteri che contano è cosciente di questa “tragedia”. Sulla fine, sul vuoto, sul nulla nascono tutte le impalcature filosofiche, fasi di un inerte gioco dialettico dietro cui è in marcia la “caduta”, o lo sciopero degli eventi, che ci condanna alla durata nella più piatta ripetitività. Nessuna rinascita, nessun ricominciamento.
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Compatimento ironico verso chi lotta per mutare il mondo.
Il vuoto mentale è sempre preferibile in un Paese dominato da anni di cattocomunismo.
I poteri forti confidano nell’infantilizzazione degli italiani.
La volatilizzata personalità dell’attuale sinistra cerca di farci dimenticare che tra i suoi uomini sopravvive solo la rissa partitica.
La maggioranza della destra non potrà mai dire che “la reazione è sempre in marcia”.
In questo scorcio di storia tutti sembrano presi dalla sindrome del ranocchio saltatore.
MAURIZIO LIVERANI 

(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)