FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
DELLE DUE, UNA: RISVEGLIO O HARAKIRI
“Io vivo di ciò che muoiono gli altri”. I politici delle precedenti generazioni non vogliono il riposante oblio dei giorni dell’ira. Questa pianificazione parlamentare li allarma; si guardano intorno, prendono contatti con esponenti politici fino a qualche giorno fa lontani dalle loro convinzioni. Abbiamo visto un parlamentare di destra abbracciare un parlamentare di sinistra confessandosi alcune bravate che li avevano messi l’uno contro l’altro. La collera ideologica è finita. Un po’ mortificati, un po’ esaltati davano sfogo alla loro ostilità mentre oggi sono alle prese con un problema: rinasceranno i partiti? E se risorgessero a che “credo” sarà più vantaggioso attaccarsi? Questa provvisoria pacificazione è adoperata di più nello studiare l’orientamento dei colleghi che non nello studio delle riforme attese dal Paese. Il rifiuto alle scalmane di piazza ha lasciato sconcertati i cronisti; alla Camera si ostenta un garbato raziocinio là dove, fino a qualche mese fa, stipavano astiosi antagonismi. I “passionari” si concentrano sui modi da adottare quando tornerà a funzionare, gradito o non gradito, lo scenario politico. Le conversazioni sono dirottate dalla politica al calcio; ma anche qui si è molto attenti perché le squadre hanno un loro “colore” politico. Quale sarà il nuovo “caput mundi”? Si tenta di coagulare in un’unica formazione gruppi che appena un mese fa erano nemici. Se si vuol far sopravvivere la politica bisogna far lievitare qualche nuovo pensiero ideologico che tenga in vita questa democrazia con i compensi che richiede. Se Giuseppe Conte dovesse restare l’insostituibile suonatore, è bene che l’orchestra dei partiti sia numerosa. Nell’aula, stando agli opinionisti, sembra che, dopo le prime scaramucce, riecheggerà presto non il murmure ma la “cagnara” democratica. Il presidente della Repubblica si prefigura un Parlamento educato e per bene e lo sdoganamento definitivo degli “apocalittici”. Questo sdoganamento è già nello spirito degli italiani da tempo; non piaceva perché gli scontri parlamentari si traducono in vitalizi. Quello che pensa il Paese è sempre interessato poco. Oggi fa clamore Greta che ha accusato le classi dirigenti mondiali di essere responsabili della fine del mondo. L’autore dei “Principi di decomposizione” e de “L’inconveniente di essere nati”, Emil Cioran (V. FOTO) , commenterebbe le affinità tra questi scadenti personaggi in questo modo: “Le opposte dottrine si riconoscono reciprocamente dei meriti perché ormai, al giorno d’oggi, nessuna di esse ha abbastanza energia per affermarsi”.
MAURIZIO LIVERANI