DISERZIONE SPORTIVA DAI PRINCIPI

di MAURIZIO LIVERANI 

In Italia tutte le attività sono “sotto tiro” della magistratura; si direbbe che anche ai calciofili piace questa particolare attenzione, prevalentemente rivolta agli uomini politici e agli affaristi. Chi segue le cronache del calcio, più della tecnica, delle qualità, delle propensioni stilistiche dei giocatori, è attento agli intrighi che lardellano questo sport sul quale i giornali, nelle pagine sportive, vi gettano sopra, quotidianamente, un impulso isterico. Quando la rivalità tocca punti d’isteria si arriva a sospettare che anche in questo campo il nostro Paese sia stato raggiunto dal vizio del malaffare. Più che avere i connotati di uno sport leale, dove si misurano i migliori talenti, sembra avere quelli di un gioco sospetto. A chi si spaccia per sportivo questo mettere in risalto la degradazione morale non spiace. E’ ormai diventata un vizio italiano che emerge in quasi tutte le cronache; è accettata come un fatto naturale. Sfogliando i giornali sportivi si passa il tempo ad accumulare piccole e grandi offese tra tifosi di questa o quella squadra. La propensione dialettica degli italiani per la politica segnata dal malaffare tocca lo stesso livello, ma l’indignazione si limita alle scalmane verbali. Nelle tifoserie il principio della universalizzazione della colpevolezza porta ad assolvere tutti, sia chi aggredisce, sia chi è aggredito. La consegna, tranne casi eccezionali, è di minimizzare e scolorire gli episodi, finché non si esauriscano; nel calcio questa tolleranza è prevista. Secondo il costume morale italiano un caso di dolo sportivo ha vita breve. Il tifoso è quasi sempre portato a sorvolare; resta una scia di pettegolezzi. Lo sport dà punti alla politica.

MAURIZIO LIVERANI