FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
DISPONIBILI A QUALSIASI INTESA
La politica è da tempo diventata una cosa poco seria e di conseguenza, con l’avvento di tante donne sul proscenio dei sovvenzionati di Stato, fa più strada il commento scurrile e spesso offensivo. Come se fosse un rivelazione d’oggi, i sondaggisti sentenziano che gli italiani sono senza appartenenza politica; nelle loro parole non c’è alcun rincrescimento. Con l’agonia della politica ei suoi giochi dannosi alle casse statali, il Paese guadagnerebbe diversi punti per tornare a essere “sole, mare e gioia di vivere”. Questo voltafaccia ha lontane origini, se ne è avvantaggiato il “populismo” non già perché portatore di innovazione, bensì perché si sta facendo interprete della fine della politica sia al nord, che al centro, che al sud. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, non ha più ragione di attendere i mutamenti della politica perché la politica, nel suo insieme, è confluita nel nulla. In una recente votazione, la sindaca di Roma, Virginia Raggi (foto), ricordava i vari premier che non possono fare campagna elettorale e attaccarla; ma dopo aver espresso, nel bel mezzo del varietà, la frase a effetto si scopre che, come i politicanti di mestiere, ha sorvolato sulle sue conseguenze. Una regola fissa per fare politica è quella di avere “uno scheletro nell’armadio”. Se nel curriculum questo scheletro non c’è, l’interessato non può aspirare a salire in alto perché non può essere “ricattato”. E’ una norma accettata da tutti e che annulla l’ancoraggio agli ideali forti e induce uomini che si ritengono rappresentativi a bardarsi da gran sacerdoti della coscienza collettiva. Fin quando la magagna non torna utile agli avversari per spegnere il suo esiguo prestigio. L’importante è di far credere di non essere mai entrati nell’impoverimento spirituale in cui sono caduti quasi tutti i primi cittadini. Per darsi un bello smalto si allineano a chi è favorevole, illimitatamente, al “nuovo”, tradendo una somiglianza con gli sconfitti. Attendiamo un’espressione di cui i politici hanno fatto sempre sfoggio come “Le lancette dell’orologio della storia non tornano mai indietro”. Non vogliono rendersi conto che a forza di simili slogan l’intelligenza della nazione, soprattutto quella politica, è retrocessa di lustri.
MAURIZIO LIVERANI
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DAL LIBRO “AFORISMI SOSPETTI” DI MAURIZIO LIVERANI :
Il lavoro non “nobilita” più l’uomo.
I politicanti di lungo corso danno vita alle ultime stille di vitalità.
Le frontiere della soggezione ai potenti non cadono.
I leninisti hanno praticato la menzogna per oltre settant’anni. (François Revel)
Il “non voto” dimostra che i partiti godono di scarsissima fiducia negli italiani.
L’”apparato” considera le giovani leve alla stregua dei tafani che tormentano il bestiame.
E’ considerato un ingegno operante, vuol dire che non si farà rimuovere facilmente.