DIVINA ARROGANZA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
 
DIVINA ARROGANZA
Per diventare presidente della Repubblica, da noi, basta la salute. Altre referenze non sono richieste; è un titolo d’onore aver superato i cinquant’anni. Il candidato non deve preoccuparsi delle urne perché a eleggerlo non è il popolo. La formula è la negazione della democrazia, eretta a sistema di governo. Sotto la possente spinta di un rinnovamento che non arriva mai, il presidente spadella la razione di frasi alate. “La patria vi è grata”, precede un corteo di feretri di caduti in missione. Per fortuna, pochi sono i marmittoni che conoscono la definizione tramandataci da Cicerone: “Essere la patria il luogo dove si è felici”. Nella nostra vivono contenti pensionati d’oro, evasori e corrotti. Più si assottiglia l’ancoraggio agli ideali forti, più un tolstoismo di maniera induce gli uomini rappresentativi a bardarsi da gran sacerdoti della coscienza collettiva. Per darsi un bello smalto, a Giuliano Amato è bastato ricordare quello che disse una volta: “In Italia alla dittatura di un solo partito è subentrata quella di sei o sette partiti”. Quando il “dottor sottile” non era mai sazio di espressioni ne coniò una pertinente: “Le lancette dell’orologio della storia non tornano indietro”.

MAURIZIO LIVERANI
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QUALCHE AFORISMA… 

Sostiene Dostoevskij: “La sofferenza è la causa unica e sola della coscienza”. In Italia sono in molti ad averlo capito ma non hanno alcun rimorso per le tribolazioni della povera gente. In compenso, c’è chi dà ideologie che rimandano il riscatto alle calende.
C’è un diffuso bisogno di facce nuove dotate di un corredo di pedantesche facezie. Purtroppo, in molti sono afflitti da un genio inesistente.
Luigi Pirandello sosteneva che gli italiani non avranno mai una vera democrazia; nella prefazione de “Il piacere dell’onestà” spiega questa anomalia: saremmo incapaci di un completamento culturale.
La corrosione del cattolicesimo e del liberalismo è avvenuta impastando l’uno e l’altro nella cloaca marxista.
Il fascismo in tempo di crisi così acuta è il bau-bau riproposto con uno stratagemma per risvegliare un odio sempre più spento negli italiani.
I potenti difendono meglio con la Lega che con altri governi la loro antica posizione di dominio.
L’automatismo prevalente, in Italia, è l’inesorabile promozione di chi è rimosso da un incarico. In genere, chi esce da un ente entra in un altro.
MAURIZIO LIVERANI 
(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)