DOPOGUERRA, COME ERAVAMO? NELLE MEMORIE DI RITA CARUSO

DOPOGUERRA, COME ERAVAMO? NELLE MEMORIE DI RITA CARUSO

Rita Caruso, l’autrice/protagonista, di “Coriandoli di memoria” è oggi una signora dalla folta capigliatura canuta, attiva e curiosa del mondo, pienamente al passo con i tempi. Dopo una vita professionale ricca e intensa nel mondo della scuola (ricercatrice, poi insegnante, quindi preside e infine dirigente scolastico), in questi tempi che le hanno concesso momenti di pausa e di riflessione, ha ripescato nella sua memoria ricordi di persone, affetti, eventi, luoghi che costituiscono le sue radici, scoprendo –quasi con stupore- che quel mondo continua, oggi, nei suoi ideali, nelle sue manie, nei suoi piccoli piaceri quotidiani. Coriandoli di memoria” è dunque l’autobiografia di una persona qualunque -che si sviluppa nell’arco di poco più dei primi vent’anni di vita dell’autrice, gli anni cinquanta e sessanta- e proprio per questo si apre come una finestra sulla storia di una generazione, quella nata nel dopoguerra in una città di provincia della Calabria. La storia, collage di ricordi personali narrati in una sequenza di singoli episodi, consente da un canto di ricostruire la biografia dell’autrice nella sua interezza e, dall’altro, di capire nella sua viva verità le caratteristiche di vita dell’intera società povera e disorientata uscita dalla guerra. In ogni quadro/episodio si indovina sotto traccia la linea d’ombra tra la vita da bambina e poi adolescente negli anni cinquanta/sessanta, e la vita nella società attuale così diversa da quella dipinta. E tuttavia lo sguardo retrospettivo dell’autrice è privo di toni nostalgici o di riflessioni dichiaratamente sociologiche, cosicché la narrazione, nella suddivisione in episodi, risulta leggera anche là dove uno sguardo adulto intravede la realtà, a volte molto difficile, delle situazioni narrate. In queste pagine si può scoprire come fosse straordinaria la stampa a caratteri mobili, capire dalla difficile scelta di una giovane donna il dramma sociale dell’emigrazione, percepire l’importanza dell’arrivo in Italia della TV in bianco e nero attraverso lo sguardo stupefatto di due ragazzini davanti alla prima trasmissione del mago Zurlì con il suo magico mantello… e poi, la scuola selettiva, il ’68, il vivere quotidiano in quella società ancora per poco tempo lontana dalle accelerazioni prodotte dal boom economico. Le vicende narrano di un momento “storico” lontano nel tempo e nello spazio: quanti hanno conosciuto personalmente quegli anni potrebbero ritrovarsi e, forse, riscoprirsi, mentre le persone desiderose di conoscere la società di quel tempo scoprirebbero con leggerezza “come eravamo” nel dopoguerra. Fra le tante biografie di personaggi famosi, questa storia si pone come biografia di una persona qualunque, con una vita tranquilla in cui le piccole cose quotidiane, le persone, le relazioni umane assumono un ruolo di primo piano che suggeriranno al lettore di osservare con uno sguardo nuovo, più attento e curioso, anche le proprie “ordinarie” esperienze di vita. L’autrice in questi quadri di vita del suo passato ritrova le radici del suo presente e i lettori, in queste pagine, scopriranno con lei che i tempi attuali sono figli ed eredi di come eravamo in quel tempo andato.

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