La collezione di democratiche dichiarazioni da parte dell’uomo del Colle è vista alla stregua di quella di un santo protettore. Quelle di Silvio Berlusconi sono divulgate, soprattutto dalla televisione, per suscitare indignazione. “Andate controcorrente”, “Non accettate i valori avariati”, frasi pronunciate con durezza e inflessibilità da papa Francesco, testimonianza che in Vaticano non abbiamo un papa molle che sa dar sfogo alla collera. Il papa ha proclamato urbi et orbi che nel mondo, soprattutto in Italia, i principi vanno a farsi friggere. Non da oggi, la tavola dei valori e delle convinzioni è diventata, nel corrotto mondo della politica e della finanza, come l’immagine del gatto del Cachemire in “Alice nel paese delle meraviglie”; diafana fino a rimanere niente, tranne il sogghigno di chi ha capito come attraverso puntuali appelli al tornaconto possa perpetrare il solo ideale: la conservazione del potere. Nel mio “Dal Polo al pollo” cerco di individuare tutti i passaggi percorsi dalla nostra politica attraverso i quali comunisti e democristiani si sono compattati partendo dalla premessa di eliminare Berlusconi. Previsione che è sempre sul punto di avverarsi. Una schermaglia nebulosa attraverso la quale gli esperti trovano spunti per minacciare all’elettorato un’alleanza tra forze che, sotterraneamente, già collaborerebbero. Da questi sospetti nasce, di contraccolpo, l’isteria di un’altra falsa verità: Silvio non raggiungerà mai il potere. Matteo Salvini cerca di alimentare, intorno a se stesso, un clima di consenso. Tra i due contendenti si è inserito, intelligentemente, un elemento pacificatore, la leader Giorgia Meloni (foto). Le apparenze sono a lei favorevoli anche se in questo momento ognuno cerca di imporre la sua religione, ognuno lavora per il proprio tornaconto ma ognuno ha bisogno dell’altro. C’è già pronto un esercito di “cardinali” che cerca di addomesticare l’”astro” nascente Meloni, la quale, dal canto suo, ha le armi adatte per addomesticare i due, in apparenza, avversari. Posto che ci sia un intrigo, dovremmo rileggere “Roma senza papa”, titolo di un bellissimo libro di Guido Morselli dove Roma – appunto, senza papa – sembra una città oltraggiata, incapace di ribellarsi alla violenza dei barbari.
MAURIZIO LIVERANI