E’ SOLO. E PER GIUNTA… CONTE

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
 
E’ SOLO. E PER GIUNTA… CONTE

La professione di anti-salvinismo finirà, prima o dopo, per intorpidire il cervello della sinistra. Questo astio, che l’interessato Matteo non cessa di alimentare, ha amplificato l’importanza del leader Salvini al quale la magistratura, come con tutti gli emergenti, con tempistica sospetta vuol conferire un alone di martirio. Nell’immaginario collettivo il capo della Lega è visto come un redentore o come un cobra che schizzi il veleno sui serpentelli che, invano, cercano la riedizione di se stessi. Gente che, sospinta dall’odio, preferisce lasciare andare alla deriva il Paese. I partiti avversi, dissanguati da imponenti perdite di voti, sono così ostili a Salvini da essere ossequiosi verso la mediocrità, incuranti dell’abisso che ci attende. La Lega si salva grazie al proprio capo astuto e capace di coniugare, agli occhi degli ingenui, un deciso liberalismo con l’abito di benevole ossequio alle istituzioni. Il vuoto politico non può resistere a lungo; il premier Conte vuol liberarsi della provvisorietà e diventare l’esponente del nuovo momento storico. Più sentiamo sbraitare invocazioni come ”aria nuova”, “uomini nuovi”, più i soliti noti restano imperturbabili cercando l’autorevolezza che oggi è, provvisoriamente, in mano a Giuseppe Conte. In molti gli accordano il credito che si riconosce a chi, in tempo di mancanza di vocazioni, teatralizza lo scenario dell’uomo solo al comando. Conte, servendosi della logica di chi è senza partito, parte da un principio: sono un partito e non ho alleati, non mi potete criticare per malefatte del passato che non ho. L’enfasi con cui si presenta come anima bella conferma le sue ambizioni; questo non fa che raddoppiare l’intolleranza verso di lui. Una figura che da sola ridarebbe prestigio alla nostra scombiccherata repubblica. Tra i vantaggi di essere solo, oltre alla rapida carriera, c’è l’ammirazione del ceto borghese e soprattutto dei ricchi. La sinistra che tifa per lui lo spinge avanti dicendo: “Se sei solo perché non dovresti essere anche riconfermato premier?”. Galvanizzato dal successo ottenuto si presenta come un politico del tutto diverso; è, potremmo dire, il cosiddetto uomo nuovo. I consensi che riceve l’avrebbero persuaso che è scoccata la sua ora per aiutare il Paese a uscire dalla crisi e rigenerare la speranza di molti, disposto com’è a consegnarsi anima e corpo alla causa della rinascita. Nella teglia dei partiti sfrigolano ancora le stesse figure che hanno fatto perdere agli italiani ogni interesse alla vita politica. Va detto che i più deleteri sono i rottamati che galleggiano “felicemente” nello stagno di laute pensioni, dimostrazione che a far danno al Paese per tanto tempo ci si assicura una bella vecchiaia. Gli adoratori del vicolo cieco sperano in un onnipotente diverso da Conte, molto diverso dagli attuali rappresentanti dei partiti del nostro malconcio pianeta.

MAURIZIO LIVERANI