EDIPO, SINTESI DELL’ESISTENZA
Un grande evento, che vede protagonista Giuseppe Pambieri, un attore estremamente sensibile e raffinato, in grado di indagare le infinite profondità dell’archetipo teatrale che più ha attraversato la cultura occidentale. Ad accompagnarlo un cast di grande valore. “Edipo a Colono”, l’ultima opera di Sofocle, rappresentata dopo la sua morte, coincide con la senilità dell’autore. Gli anni della saggezza comportano necessariamente una sintesi dell’esistenza: Edipo ormai abbacinato dall’evidenza di una verità che non è stato in grado di percepire, travolto da una realtà indecifrabile, deve ricomporre la sua identità, il suo Io irrimediabilmente dimidiato. La passione conoscitiva dell’eroe sofocleo porta alla dissoluzione. L’enigma dell’essere umano rimane irrisolto, perché Edipo stesso è un enigma. Il re di Tebe, allontanato dalla sua città natale, accompagnato dalla sola Antigone, si dirige verso il demo di Colono, alle porte di Atene, ultima tappa del suo viaggio. Atene, portatrice di valori democratici ineludibili, costituisce il centro della tragedia. La riflessione politica e l’affermazione della pòlis sono elementi essenziali di tutto il pensiero sofocleo, che riconosce ad Atene un primato assoluto: essa, infatti, è uno splendido baluardo delle istituzioni democratiche di cui è fedele custode il re Teseo. Edipo, ormai cieco, accompagnato dalla figlia, capace di un amore assoluto, che va al di là di qualsiasi vincolo parentale e convenzione sociale, cercherà asilo e accoglienza a Colono. L’eroe sofocleo chiederà ospitalità a Teseo, che si manifesterà allora, non solo come campione di democrazia, ma anche di umanità nell’accogliere un ospite apparentemente così indesiderato perché empio e mostruoso. Creonte, cercherà di riportare a Tebe il vecchio re, in modo tale da impossessarsi in maniera legittima del potere vacante e occuparne quindi il trono. Il sovrano di Atene giocherà quindi un ruolo centrale in questa vicenda nel tutelare e custodire gli ultimi giorni Edipo. Lo spettacolo permetterà allo spettatore di ripercorrere a ritroso la vita del figlio di Laio, mettendo in scena gli eventi che hanno segnato la vicenda umana di Edipo e il conflitto per il potere tra i due figli Eteocle e Polinice. La tragedia di Sofocle non solo racconta la complessità imperfetta e meravigliosa dell’essere umano, ma ribadisce il diritto all’accoglienza dello straniero e il rispetto delle sacre leggi dell’ospitalità, ricordandoci che il mondo è di chi lo abita e che la salvezza del genere umano non sta nell’esclusione, ma nella “social catena” che produce solidarietà e annichilisce ogni egoismo, privilegiando il bene della collettività.
Al Teatro Arcobaleno, da sabato 17 febbraio a domenica 3 marzo, Edipo a Colono di Sofocle, drammaturgia e regia di Giuseppe Argirò, con Giuseppe Pambieri, Micol Pambieri, Gianluigi Fogacci e con Luigi Mezzanotte, Elisabetta Arosio, Roberto Baldassarri, Melania Fiore, Vinicio Argirò.
TEATRO ARCOBALENO
Via F. Redi 1/a – 00161 Roma – Tel./ Fax 06.44248154 – Cell. 320.2773855
e-mail: info@teatroarcobaleno.it – sito: www.teatroarcobaleno.it