EPPUR SI MUOVE…

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
 
EPPUR SI MUOVE…
Si direbbe che il pubblico televisivo italiano gradisca non “esistere” sul piano culturale ed esistenziale; si direbbe che non abbia più fiducia in se stesso anche come essere pensante. Di qui lo svago deve essere inesausto, affidato agli stessi autori che offrono intrattenimenti allo spettatore che non ama né l’arte né la cultura. La quasi totalità degli italiani non legge libri. La Tv di Stato, come gran parte di quella privata, è il regno della scadente cultura alla portata di tutti. I tutori sembrano i difensori dell’ignoranza, convinti che lo sfogo di massa è lo show televisivo. Dai film, il pubblico, a giudizio dei dirigenti, si attende la rappresentazione della nostra natura pupazzettistica. Sembra che l’italiano, per combattere la sfiducia, voglia prendersi beffe di se stesso, lieto di trovarsi privo di fondamenta storiche e culturali. Tutto ciò ci porta anche a parlare del festival di Venezia. Quale credibilità può avere una rassegna che si fregia del titolo “d’arte” quando il retroterra culturale si nutre di anemiche gag? Perché lo Stato sostiene questo cadavere? Il denaro pubblico è sempre masticato dalle stesse bocche. Si parla di un “direttorio” sull’esempio di quello dotato di pieni poteri e caratterizzato dalla spregiudicatezza dei suoi membri più rappresentativi. Il potere, come sappiamo, è in mano a una congrega che su ogni rete televisiva rappresenta la commedia dei dibattiti, delle polemiche, degli orientamenti del futuro che si fa, si spera, sempre meno incerto. Nelle redazioni dei tg regna una burocrazia con capocce impegnate soltanto a farsi lo sgambetto per questioni di audience. In se stesso, un telegiornale dovrebbe essere neutrale; comincia a esserlo a dispetto delle teste dure. Un certo fair-play consente il silenzio su alcuni misfatti. Il filo nero dell’odio comincia a scolorirsi; si riprende un neologismo caro a Raymond Aron, secondo il quale l’odio ha portato alla “ideocrazia” della sinistra. E’ un buon segno che il settarismo, la certezza della propria infallibilità, l’incapacità di tollerare qualsiasi disaccordo non rappresentino più uno statuto speciale e che penne illustri subiscano sempre meno il ricatto nel timore di passare per nemici della democrazia.
 
 MAURIZIO LIVERANI
—————————————–
GLI AFORISMI DI OGGI
“Cullando il popolo con una perpetua esaltazione delle sue virtù, il comunismo vuol renderlo più soggetto alla dittatura” (fratelli Rosselli).
Ogni generazione di politici rivela, con il tempo, la sua parte di ridicolo.
Nel bene e nel male (più nel male) ci hanno “regalato” una democrazia con la speranza di una durevole e civile convivenza. La delusione non si è fatta attendere.
Consulta il termometro politico dove sono registrate le quotazioni degli avversari.
MAURIZIO LIVERANI 

(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)