di Maurizio Liverani
Un vecchio reportage su Bettino Craxi è stato riproposto dalla televisione in prima serata. Niente di male, anche se sorprende l’avversione verso un personaggio che ha segnato la storia del Paese e che è morto e sepolto ad Hammamet. Il commento era svolto da un giornalista “oscar” degli integrati, dotato di carisma. Riproporre la storia del segretario socialista in questo periodo potrebbe farci pensare che il craxismo sia ancora vivo. Questo lungometraggio colma alcune lacune rispetto a quello iniziale ma è vittima di una importante censura; nell’originale c’è una lunga sequenza in cui Bettino Craxi parla a Montecitorio, piena di onorevoli attenti, del suo caso. A un certo momento, rivolto ai colleghi, dice pressapoco: “Alzi la mano chi non ha mai ricevuto sovvenzioni illecite”. La risposta è stata il silenzio assoluto. Tutti gli onorevoli in quel momento si confessarono “corrotti alla maniera politica”. Questa lunga sequenza è stata inspiegabilmente tolta. Questo “taglio” era indispensabile, oggi, da quando il guardasigilli, con aria serena, ha comunicato che, dopo la vicenda di “Roma mafiosa” e le indagini svolte seriamente, tutti gli onorevoli sono corrotti, anche i “puledri” ombrosi per nascondere la propria inconsistenza. Un non corrotto, in quella lontana seduta, si sarebbe alzato per dimostrare il suo risentimento, ma chi l’avrebbe fatto sarebbe mancato alle regole della “buona creanza” che vige tra i mafiosi. Se tutti sono colpevoli, nessuno è colpevole. Queste sono le isogone e le isobare della democrazia mafiosa. Confrontando il filmato d’oggi con quello di ieri appare un Craxi assente nella prima versione. Un Bettino che dice: “Io non tornerò più in Italia”. Henri Bergson afferma che “il comico non esiste al di fuori di ciò che è propriamente umano” e che cosa c’è di più umano nelle vicissitudini della politica italiana? Il comico esige comunque “una anestesia momentanea del cuore. Esso si rivolge all’intelligenza pura”. Questa riproposizione del filmato su Craxi ci conferma che siamo ancora nella cosiddetta prima repubblica. Cose che stampa e televisione non dovrebbero rivelare agli italiani. L’Italia è quella di sempre. Craxi è per molti ancora un mito e c’è gente disposta a fare la claque a chi gli è rimasto fedele. Si è ormai fatta strada la convinzione che eliminarlo nel modo che sappiamo sia stato un autentico colpo di Stato.
Maurizio Liverani