FATTE LE PROVE, E ORA?

FATEMELO DIRE 
di MAURIZIO LIVERANI
 
FATTE LE PROVE, E ORA?

 

Analisi serie su tutto il Paese hanno il sapore di bollettini di guerra. Se si guarda a Roma si viene a sapere che mezza Capitale è a rischio collasso. Da anni si lavora per evitare disastri. La fiducia dei romani e dei veneziani sui propri amministratori si è incrinata da tempo; è subentrata un’assuefazione al peggio. “Un paesaggio è, prima di tutto, uno stato d’animo”, diceva Apollinaire. Se non c’è il paesaggio non c’è stato d’animo. Venezia è un paesaggio inventato dall’uomo. Il Mose è stato messo alla prova, dovrebbe salvare la Serenissima dall’acqua alta. Ci riuscirà? Woody Allen ha dato credito ai saggi che lo hanno approvato. Chi non ricorda il livello record del ’66 quando le onde sbattevano contro il Palazzo Ducale, contro le arcate del Palazzo dei Dogi e quando libri e manoscritti preziosi sono scomparsi nell’“acqua granda”, come la chiamano i veneziani? Abbiamo il sospetto che la dimensione metafisica di Venezia non sia stata avvertita dai suoi amministratori e dai suoi abitanti.

L’autore dei “Principi di decomposizione”, Emil Cioran (nella foto), commenterebbe le affinità tra gli scadenti politici italiani in questo modo: “Le opposte dottrine si riconoscono reciprocamente dei meriti perché ormai, al giorno d’oggi, nessuna di esse ha abbastanza energia per affermarsi”.

Con il suo discorso, annunciando il probabile prolungamento sino a dicembre dello stato di emergenza virus, il premier Conte, usando un italiano preciso e calzante, ha rivelato di essere un ottimo oratore e di non appartenere al ceppo dei parassiti della politica. Conte non appartiene a nessun partito; è un uomo conscio delle sue qualità. Ora deve dare prova di capacità insolite. Chi si scaglia contro di lui con isterismo e rabbia ne ha fatto un personaggio sospetto.

Stanco di sentirsi un disutilaccio, Romano Prodi si è rimesso, nel timore che Zingaretti non ce la faccia, sul solco dell’avvenire al vertice del quale intravvede persino il Quirinale. E’ chiaro che questo personaggio ha come bernoccolo quello di essere considerato ad ogni costo il “babbo”, magari il “babbo ignoto”, di tutto ciò che avviene nella grande industria italiana. Non tralascia occasione di ricordare di aver avuto un passato di prode. La discesa negli inferi l’ha arrestata oscurando la sua ostilità verso Berlusconi.
 
MAURIZIO LIVERANI