“MAI DA SOLI”. LA FNSI PARTE CIVILE
ACCANTO A FEDERICA ANGELI MINACCIATA.
SCR: “IL CORAGGIO, DNA DEI CRONISTI VERI”
Per la seconda volta la Fnsi, accanto all’Ordine, si costituisce parte civile in un processo sulle aggressioni a un giornalista sotto scorta: lo ha fatto con Paolo Borrometi, ora ha scelto di farlo mettendosi al fianco di Federica Angeli nel processo contro gli esponenti del clan Spada di Ostia accusati di aver rivolto minacce di morte alla giornalista di Repubblica, che stava conducendo un’inchiesta sul malaffare nel municipio romano. La presentazione dell’iniziativa, naturalmente sostenuta ed apprezzata dal Sindacato cronisti romani che della Fnsi fa parte, si è tenuta nella sala dedicata a Walter Tobagi, giornalista simbolo di coraggio civile, nei locali della stessa Federazione. L’incontro, affollato e partecipato, con il sostegno di tutte i movimenti e gruppi d’opinione sulla libertà d’informazione, da Pressing NoBavaglio ad Articolo 21, è stato introdotto dal presidente della Fnsi Beppe Giulietti come “atto di solidarietà non solo nei confronti di Federica Angeli, ma anche verso noi stessi, e verso i cittadini che hanno il diritto di essere informati”.
“Noi stiamo dicendo – ha aggiunto Giulietti – che Federica non è sola. Ora è sotto scorta per le minacce ricevute, noi le facciamo da scorta mediatica”. Il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha preannunciato che il 25 gennaio, ad apertura del processo “io e il presidente Giulietti saremo presenti, simbolicamente”. Carlo Parisi, segretario aggiunto della Fnsi, ha sottolineato che “qui si parla di gente che ci mette quotidianamente la faccia, e la pelle”.
Federica Angeli (che è anche una dirigente del Sindacato cronisti romani e dell’Unione cronisti) ha ringraziato rimarcando come sia “importante per una cronista avere al fianco Fnsi e Ordine” e ha ricordato il giorno (23 maggio 2013) e la parole delle minacce, rivolte a lei, giornalista ma anche mamma di tre bambini: “Se scrivi ti sparo in testa, tanto contro di noi non vinci”. Federica ha spiegato così la sua scelta di non cedere alla paura: “Contro questa loro sicurezza di voler sempre vincere mi sono ostinata ad andare avanti nella mia inchiesta”. Nonostante altre gravissime intimidazioni, la benzina fatta scivolare sotto la porta di casa, Federica risponde con il coraggio – è il Dna dei cronisti veri – e ci rende orgogliosi di essere suoi colleghi
Il Sindacato cronisti romani