FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
FLAIANO E TRETTI
La lezione di Guareschi è sempre attuale, anche se il fuoco che accese si è ridotto a tiepida brace; sa di ingenuo e di ristretto. Non va certamente confuso con Ennio Flaiano, il perno culturale dei film di Fellini, messo al bando perché ha costantemente indebolito la fiducia degli italiani nelle coscienze critiche sempre alla ribalta. Da quando Ennio sentenziò che “Il fascismo è una trascurabile maggioranza che si distingue nel fascismo propriamente detto e nell’antifascismo”, tutta la intellettualità italiana, notoriamente conformista, lo oscurò. Ci sarebbe da ridere se questo paradosso, più che un’intonazione grottesca, rivelasse una verità tragica: in nome di queste due ideologie sono morti milioni di europei. In questo paradosso aveva sintetizzato come comunismo e fascismo siano consolazioni oppiacee con le quali si è cercato di nascondere, dopo l’Unità d’Italia, l’incapacità di realizzare concrete possibilità di sviluppo, scoraggiando gli uomini liberi che invano cercano una nuova connotazione per l’avvenire. Se fosse ancora vivo, il più attuale motto di spirito di Flaiano sarebbe “il meglio è passato”. Dopo il fiasco milanese del suo “Un marziano a Roma” qualcuno gli consigliò di mettere un annuncio sul giornale per trovarsi un posto. Imperterrito, Ennio rispose: “L’insuccesso mi ha dato alla testa”. La exeità dalla politica è totale nello scrittore pescarese; “Mantiene – scrive Emil Cioran, l’autore di ‘L’inconveniente di essere nati’ – sempre nascente ogni pensiero”. Nel settembre del 1972, Flaiano annota in un elzeviro dal titolo “Epigrammi”: “Sono stato a vedere un film tratto da un mio racconto e non l’ho riconosciuto. Eppure intorno a me si parlava di diritti e di proprietà d’autore. Eccomi dunque decaduto dalla mia qualità d’autore. Mi consolo più tardi, nell’atrio del mio albergo, dove incontro Tretti, regista vicentino, autore di due film che a me piacciono molto e che non sono mai usciti, perché danno fastidio a tutti. Tretti ha messo la sua fortuna personale in questi due film e non ha ancora perduto la speranza che il pubblico li veda. Chi potrà aiutarlo ormai? Il suo sereno ottimismo mi sconvolge. Mi ha parlato di un terzo film che ha in animo di proporre… a chi? Augusto Tretti è il tipico autore ingombrante che non aveva capito e forse non avrebbe mai capito il giuoco degli interessi creati; perciò l’ho stimato e gli ho voluto bene. Che sia un non-italiano?”. Che ne è di Tretti? Ne è stata cancellata ogni traccia. Resta nel nostro ricordo come esempio di uomo libero.
MAURIZIO LIVERANI