FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
FORZA BURLETTA!
I renziani rappresentano il futurismo, termine che da qualche tempo ha preso il posto dell’”avvenire che avanza”; qui c’è sempre qualche possibilità per chi cerca un gruzzolo di notorietà. L’oppositore moderno è tollerante e comprensivo, come l’ideatore di Italia viva che moriva di noia in quell’insistere diffuso nella distinzione destra e sinistra, fino a qualche tempo fa pittoresca; oggi non ha più un buon odore. E’ un gromerulo uscito dal ripugnante lager stalinista in cui tanti ex non vogliono più confondersi. Con Marx si sbadiglia.
Oggi è facile disseppellire il tarlo stalinista, imbalsamato dai suoi successori. E’ stato uno sforzo uscire dalla gabbia di ideologie che non hanno alcun sostrato ideale. La crisi che seguì i fatti di Ungheria e di Praga è stata un modo per entrare nelle conventicole politico-mondane, nella “gauche caviar” che canta “Bella ciao” immaginando un dio con il pugno chiuso.
Leggero e fatuo, Enrico Letta ogni volta che appare sul piccolo schermo mostra di aver assimilato idee profonde. Dicono che abbia soltanto idee nane ma ne avrebbe molte e su tutto. Potrebbe essere anche l’artefice della clonazione della Dc. “Porta a porta” ce lo ha scodellato come una futura gran dama della politica, sfiorato dal respiro della storia. Tutto questo armeggio sembra messo, periodicamente, in piedi per “infastidire” Matteo Renzi. Lo spettacolo nello spettacolo è questo: una campagna puramente parolaia per far apparire scalcinato Romano Prodi e restaurare lo scudo crociato. Con disappunto, negli anfratti della polemica sonnecchia questo aspetto: la loro apparizione è sconsigliata dalla civiltà delle immagini.
La mentalità del comunista italiano non è più, oggi, la mentalità del rivoluzionario; è quella del piccolo borghese che ama lo “status quo”. Quella che continuiamo a chiamare sinistra ama la tivvù scacciapensieri, approva il “calcio mercato”, le lunghe ferie. Tutte cose che il vecchio comunismo avrebbe cancellato. Conferma che questa si modella sul berlusconismo per vagheggiare una collaborazione pur di mantenere l’Italia nell’immobilismo.
La politica non nasce più dal seme di un’idea, da un concetto della vita e del mondo. Fatta di mediocrità e di piatta insufficienza, la maggioranza avversa qualsiasi slancio innovativo. L’innovatore ormai ha fatto il suo tempo. Come può non collaborare con la nascente “Forza Italietta”?
MAURIZIO LIVERANI