FOTOGRAFIA, ANCHE: GIULIA MARCHI A BOLOGNA

FOTOGRAFIA, ANCHE: GIULIA MARCHI A BOLOGNA

Inaugura domaniĀ sabato 24 ottobre 2020, dalle ore 15 alle 20, negli spazi diĀ LABS Contemporary Art di Bologna, la mostra personale diĀ Giulia MarchiĀ dal titoloĀ La natura dello spazio logicoĀ a cura diĀ Angela Madesani. Giulia Marchi ha una formazione artistica di forte impronta letteraria che lā€™ha portata a una espressivitaĢ€ che spesso si connota di narrazione, anche quando la forma scelta ā€“ fotografia, ma non solo ā€“ non rende cosiĢ€ immediata la lettura, ma rimanda a successivi accostamenti, codici che prima ancora di essere decifrati si lasciano interpretare. Il titoloĀ La natura dello spazio logicoĀ riprende quello di una delle serie di lavori proposti in mostra e fa riferimento al filosofo e architetto austriaco Ludwig Wittgenstein; suo lā€™assunto che segue e che chiarisce gli intenti della ricerca dellā€™artista: Ā«Luogo spaziale e luogo logico concordano nellā€™essere ambedue la possibilitĆ  di unā€™esistenzaĀ». Per Wittgenstein il lavoro filosofico, come spesso quello progettuale in senso architettonico, ĆØ un lavoro su se stessi e sul proprio punto di vista; concetto che interessa profondamente Giulia Marchi ed ĆØ da lei indagato in questa serie, costituita da un corpus di fotografie e lavori scultorei in marmo.Ā  Sulle quattro lastre di marmo della serieĀ L’arteficeĀ ĆØ inciso lā€™esametro virgilianoĀ Ibant obscuri sola sub nocte per umbram, scelto e proposto dallā€™artista nellā€™errata versione di Jorge Luis Borges:Ā Ibant obscuri sola sub nocte per umbras.Ā  Uno sbaglio voluto dal poeta argentino il quale amava gli errori tanto da considerarli una prova di veritĆ  e sicuramente di umanitĆ . Una quinta lastra piĆ¹ grande reca la scrittaĀ Null, zero in tedesco, la lingua del filosofo che ha guidato lā€™intero progetto di lavoro. Un ulteriore momento della mostra ĆØ dedicato ai labirinti e alla loro valenza filosofica: a Borges e al suo labirinto costruito sullā€™Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, al labirinto di Cnosso sullā€™isola di Creta ed infine al Labirito di Dunure in Scozia. Una riflessione sul concetto di limite, attraverso lā€™errore, lā€™umana debolezza, lo spaesamento, il dubbio, lā€™incapacitĆ  di districarsi ĆØ quanto caratterizza i lavori esposti. Limite, errore, dubbio che forse sono proprio il senso piĆ¹ recondito, piĆ¹ temibile ma anche piĆ¹ affascinante dellā€™esistenza.