FRANCO MANDELLI: COMMEMORAZIONE NELLA SEDE DELL’AIL

È STATA POSATA OGGI PRESSO LA SALA CONVEGNI DELLA SEDE AIL NAZIONALE A ROMA
PER RICORDARE IL GRANDE EMATOLOGO
 
Ci sono persone che lasciano una traccia del loro passaggio in una comunità, il Prof. Franco Mandelli è certamente una di queste.
 
Roma, 25 luglio – Oggi a Roma, per ricordare l’illustre ematologo e storico Presidente di AIL a un anno dalla sua scomparsa, è stata posata una targa commemorativa ed è stata intitolata al “prof.” Franco Mandelli la Sala Convegni della sede nazionale di AIL, in Via Casilina 5.
La cerimonia si è tenuta alla presenza della famiglia del prof. Mandelli, del prof. Sergio Amadori, attuale Presidente Nazionale AIL, di una rappresentanza di Presidenti delle 81 sezioni provinciali AIL, e delle comunità di AIL e GIMEMA.
 
Il Professor Franco Mandelli è considerato il padre dell’Ematologia italiana e colui che ha elevato l’AIL a modello di eccellenza del volontariato solidale in campo sanitario.
AIL, che quest’anno compie 50 anni, così come oggi la conosciamo, è frutto del lavoro e dell’impegno costante che il professor Mandelli ha saputo costruire negli anni.
 
“Cura e cuore” era il motto di Franco Mandelli, uomo di straordinaria umanità e medico di elevato profilo scientifico e culturale.
Le sue origini sono a Bergamo dove nasce nel 1931, da papà ingegnere e mamma insegnante. Laureatosi alla Statale di Milano, si specializza in Medicina Interna a Parma. Decisivo per la sua formazione è l’incontro con Jean Bernard, luminare dell’Hopital Saint-Louis. A Roma, dove aveva iniziato giovanissimo a impegnarsi nel campo delle malattie del sangue, a quei tempi quasi sconosciute, il professor Mandelli mette in piedi il reparto di Ematologia del Policlinico Umberto I e nel 1982 fonda il primo centro pubblico per il trapianto di midollo osseo.
Il Prof. Mandelli ha fondato anche il GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto) ma soprattutto è stato l’anima e l’artefice di AIL che ha presieduto per lunghi anni.
Sotto la sua guida illuminata, l’Organizzazione è decollata mantenendo saldi i principi ispiratori e la mission, quella di raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro i tumori del sangue e garantire assistenza ai pazienti e ai loro familiari attraverso una rete che nei decenni ha saputo attrarre quasi 20.000 volontari e creare 81 Sezioni provinciali diffuse sul territorio nazionale.
 
“Il ricordo della sua grandezza morale e della dedizione che ha messo nel lavoro e per i malati, sarà sempre vivo. questo – annota Sergio Amadori, Presidente nazionale AIL – Ricordarlo con un piccolo gesto, come significa testimoniare tutta la nostra gratitudine per un uomo e un medico che è stato sempre al servizio degli altri”.